Treno deragliato a Como, due 15enni confessano: «Lo facevamo come passatempo»
MILANO (15 ottobre) - Erano a bordo del treno deragliato i due quindicenni che hanno confessato di aver provocato il deragliamento domenica scorsa nel comasco. I due avevano collocato sui binari nella galleria fra Ponte Lambro e Caslino d'Erba dei coperchi di cemento e delle griglie di ferro trovate poco più in là. Poi sono saliti sul treno delle Ferrovie Nord in servizio tra Asso e Milano, deragliato con a bordo 200 persone. I due 15enni di Ponte Lambro sono stati denunciati dalla polizia ferroviaria per attentato alla sicurezza dei trasporti.
La confessione. I due hanno confessato di essere i soli responsabili della bravata. Hanno agito per «passatempo» e non era la prima volta che lo facevano. Una volta avevano provato il brivido di nascondersi in una delle quattro nicchie della galleria lunga 390 metri e guardare sfrecciare i treni a poca distanza da loro. Poi era seguita un'escalation, su imitazione di altri adolescenti del loro gruppo: prima i sassi sui binari, poi i blocchetti di cemento e infine le griglie di ferro. Anche in quest'occasione i due ragazzi si sono incontrati a Ponte Lambro, sono entrati nella galleria e si sono nascosti in una nicchia, dove hanno atteso il passaggio di un treno. Poi hanno raccolto le canaline di cemento e le grate e le hanno posizionate sui binari, sono usciti dalla galleria e a piedi sono arrivati alla stazione di Caslino d'Erba, dove hanno spostato una telecamera posizionata su una rampa di scale per non essere ripresi. Quindi sono saliti sul primo treno in arrivo, per vedere che effetto avrebbe fatto.
Solo la bassa velocità (50 km/h) a cui viaggiava il convoglio ha evitato il ribaltamento del treno in un tratto di ferrovia curvilineo. Lo ha raccontato stamattina il comandante della Polizia giudiziaria del Compartimento polizia ferroviaria di Milano, Angelo Laurino, che ha spiegato che i due ragazzi non avevano pensato di costituirsi, e che solo durante l'interrogatorio negli uffici di polizia a Ponte Lambro hanno cominciato a rendersi conto di quanto commesso: «Si sono spaventati - ha raccontato Laurino - e hanno pianto. Davanti ai loro padri, onesti operai ignari di tutto, che non volevano credere alle loro orecchie e che gli agenti hanno dovuto trattenere dal dare una lezione seduta stante».
marione ha scritto:Farei una bella "romanzina" ai Genitori.. :(
Mah... secondo l'articolo i genitori - quando hanno saputo del fatto - erano loro stessi i primi a volerli spazzolare per benino.
Veramente conosco uno (non dirò mai chi é, ma esiste davvero, si chiama C.C.) che in vacanza in Liguria, mise la porta di legno di una cabina dello stabilimento balneare sulle rotaie del treno...
Questo accadeva una roba tipo trent'anni fa, ciò sta a significare, secondo me, che le teste farlocche non sono una novità.
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Ma nn avevano nulla meglio da fare? È la domanda che mi pongo sempre, invece di usare il cervello per costruire cose positive, come mai lo usano solo per fare danni e distruggere?
Aralia ha scritto:Ma nn avevano nulla meglio da fare? È la domanda che mi pongo sempre, invece di usare il cervello per costruire cose positive, come mai lo usano solo per fare danni e distruggere?
Probabilmente si tratta di una bravata, delle cui possibili conseguenze non si erano minimamente resi conto. Un pò di sani calcioni nel sedere, in questi casi, aiuterebbero molto.
A quello che scrivevano nell'articolo, i genitori glie li avrebbero anche voluti dare, ma gli agenti glie lo hanno impedito (ma perché, poi ? dovevano lasciarli fare...)
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Quando si era teste farlocche, ma si capiva la differenza tra idea ed azione, si metteva un sasso della massicciata, cioè meno di un sanpietrino, sulle rotaie, in aperta campagna, e poi dal fosso lo si guardava disintegrarsi: un sasso di pochi centimetri non fa deragliare un treno. Ma a quei tempi non c'era mica youtube...
arhat ha scritto:Quando si era teste farlocche, ma si capiva la differenza tra idea ed azione, si metteva un sasso della massicciata, cioè meno di un sanpietrino, sulle rotaie, in aperta campagna, e poi dal fosso lo si guardava disintegrarsi: un sasso di pochi centimetri non fa deragliare un treno. Ma a quei tempi non c'era mica youtube...
Io ? mai fatto. :drunken:
L'ho fatto con le monete, e anche con le lattine di bibite.
Le monete non riuscivo mai a ritrovarle.
Le lattine ? Venivano lisce e spianate che era un piacere :flower:
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
arhat ha scritto:Quando si era teste farlocche, ma si capiva la differenza tra idea ed azione, si metteva un sasso della massicciata, cioè meno di un sanpietrino, sulle rotaie, in aperta campagna, e poi dal fosso lo si guardava disintegrarsi: un sasso di pochi centimetri non fa deragliare un treno. Ma a quei tempi non c'era mica youtube...
Io ? mai fatto. :drunken:
L'ho fatto con le monete, e anche con le lattine di bibite.
Le monete non riuscivo mai a ritrovarle.
Le lattine ? Venivano lisce e spianate che era un piacere :flower:
Quando sono arrivate le lattine da me, era passato il tempo delle visite alla ferrovia ..
arhat ha scritto:Quando si era teste farlocche, ma si capiva la differenza tra idea ed azione, si metteva un sasso della massicciata, cioè meno di un sanpietrino, sulle rotaie, in aperta campagna, e poi dal fosso lo si guardava disintegrarsi: un sasso di pochi centimetri non fa deragliare un treno. Ma a quei tempi non c'era mica youtube...
Io ? mai fatto. :drunken:
L'ho fatto con le monete, e anche con le lattine di bibite.
Le monete non riuscivo mai a ritrovarle.
Le lattine ? Venivano lisce e spianate che era un piacere :flower:
Quando sono arrivate le lattine da me, era passato il tempo delle visite alla ferrovia ..
Puoi sempre recuperare il tempo perduto, valà che é divertente lo stesso anche se non sei più un ragazzino :flower:
Mi sa che siamo all'incirca coetanei, che dici ? Io fluttuo intorno ai 47...
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
