La tristezza è parte della condizione umana ed è funzionale e necessaria per godere della felicità e per un corretto sviluppo emotivo. "Quando si individua un tratto così profondamente conservato nella biologia dell'uomo, bisogna presumere che è un tratto selezionato dall'evoluzione e come tale necessario alla sopravvivenza", ha dichiarato Jerome Wakefield della New York University e coautore del libro "The loss of sadness: how psychiatry transformed normal sorrow into depressive disorder", la cui traduzione in italiano sarebbe "La perdita della tristezza: come gli psichiatri hanno trasformato il normale dolore dell'anima in malattia depressiva". Wakefield e altri psicologi che sostengono l'importanza di vivere ogni emozione, anche quelle più negative, sono stati intervistati sull'ultimo numero della rivista NewScientist. Nella società moderna la tristezza è diventato uno stato d'animo da evitare. In tutti i modi possibili. Ci si può distrarre evitando di pensare e riempiendosi la giornata di appuntamenti e di cose da fare. Molti scelgono anche, in maniera incauta e superficiale, di usare pillole che stabilizzano l'umore agendo direttamente sui centri nervosi di produzione e regolazione dei neurotrasmettitori. Eppure è esperienza comune di ciascuno come, nei momenti di difficoltà o di tristezza, la percezione del mondo è diversa e talvolta più profonda. Non è un caso, infatti, che gli artisti esprimono il meglio della loro produzione proprio nei momenti di maggiore difficoltà più che quelli di felicità. Secondo alcuni neurologi vi è un motivo biologico che spiega il legame tristezza-creatività: la riduzione dei livelli di cortisolo tipica dei momenti di tristezza attiva i centri nervosi della creatività mentre riduce l'attività di quelli che stimolano la socialità, la fame e l'attività fisica. La tristezza, l'introspezione e i momenti di solitudine, quindi, sono funzionali a guardarsi dentro e fare il punto su di sé, per poi riprendere e andare avanti. Attenzione, però, se una sana dose di tristezza è necessaria, tutti gli esperti sono d'accordo nel dire che se si è di fronte ad una diagnosi di depressione allora è necessario sottoporsi a terapie adeguate.
Io invece, forse saró poco svilupatta ma credo che l'allegria fa vivere molto meglio......
voi cosa ne pensate.....
Moderatore: Moderatore
voi cosa ne pensate.....
Maria Aralia
Certo che no ci può essere allegria senza tristezza . . . che poi ti curino la tristezza con le pillole questo fa parte della cultura consumistica dei nostri tempi . . che tristezza . . .
Bah!!
Bah!!
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La mia passione per il MotoGp è superata
solo dalla mia pigrizia nel programmare il
videoregistratore . . .
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La mia passione per il MotoGp è superata
solo dalla mia pigrizia nel programmare il
videoregistratore . . .
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Sono d'accordo sul concetto che la tristezza faccia e debba fare parte della vita di tutti noi, e il cercare di "seppellirla" sia un modo sbagliato di affrontare la vita.
Gli "alti e bassi" dei nostri stati d'animo sono utili a comprendere gli altri, a creare un clima di disponibilità al dialogo, all'incontro (quando siamo allegri e vediamo una persona triste, partecipando alla sua tristezza possiamo anche riuscire ad alleviare e a rallegrare questa persona, e magari scopriamo cose di noi, del nostro carattere, che non sapevamo di possedere )
La tristezza fonte di creatività ? Eh, può essere benissimo!
Bell'argomento, Maria :hello1:
Sono assolutamente d'accordo sul fatto che l'allegria nasca anche dal fatto di non provare tristezza, sembra lapalissiano ma a pensarci bene non é così automatico.MariaAralia ha scritto:...
La tristezza, l'introspezione e i momenti di solitudine, quindi, sono funzionali a guardarsi dentro e fare il punto su di sé, per poi riprendere e andare avanti.
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Gli "alti e bassi" dei nostri stati d'animo sono utili a comprendere gli altri, a creare un clima di disponibilità al dialogo, all'incontro (quando siamo allegri e vediamo una persona triste, partecipando alla sua tristezza possiamo anche riuscire ad alleviare e a rallegrare questa persona, e magari scopriamo cose di noi, del nostro carattere, che non sapevamo di possedere )
La tristezza fonte di creatività ? Eh, può essere benissimo!
Bell'argomento, Maria :hello1:
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
Grazie apsa, anche se nn è molto addatto parlare di tristezza ora che perfino è arrivato il week end mi è sembrato un articolo interessante, vero che allegria e tristezza sono 2 cose che ci stanno e che nn c'è una senza l'altra, ma anche ti dico che nn è da tutti cercare di fare stare meglio quando vedi una persona triste, purtroppo il menefreghismo è il male di questo seccolo.
Maria Aralia
Anche secondo me é un argomento interessante, Maria.Aralia ha scritto:... mi è sembrato un articolo interessante, vero che allegria e tristezza sono 2 cose che ci stanno e che nn c'è una senza l'altra, ma anche ti dico che nn è da tutti cercare di fare stare meglio quando vedi una persona triste, purtroppo il menefreghismo è il male di questo seccolo.
A vedere tanti bambini, spesso anestetizzati con tanti, troppi impegni e occupazioni, giochi, svaghi, gingilli, passatempi il più delle volte passivi, mi chiedo quanto sapranno apprezzare certi momenti di introspezione, quando saranno adulti.
Ho idea che il consumismo sia profondamente radicato anche nei sentimenti delle persone; al primo accenno di insoddisfazione, cerchi di comprare l'allegria riuscendo solo a sentirti ancor più frastornato.
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea