cometa rossa ha scritto:Qui siamo messi ben peggio nessuna asta.....
Ma che asta! Sarebbe andata deserta. E' stato già difficile trovare 16 privati.
cometa rossa ha scritto: Se mi spiega anche quali garanzie, scaduti i 5 anni, ci siano che resti italiana gliene sarei ancora più grato.
Se trovano l'accordo, diventa di fatto una compagnia privata. Fra 5 anni sarà sul mercato come una qualsiasi azienda. Con l'Air FRance sarebbe stata assorbita subito.
cometa rossa ha scritto: Di fatto si regala una compagnia pubblica a dei soggetti privati, che faranno (ovviamente) solo i propri interessi personali e non quelli del paese, lasciando i debiti ed i problemi sulla groppa di pantalone; interessante.
Purtroppo è il prezzo che bisogna pagare per l'allegra gestione che i vari governi ed i sindacati hanno permesso per lunghi anni....
apsa ha scritto:
Alemanno ? Perché sotto al campidoglio ?
Oddio, forse mi sono confuso: il Campidoglio non è la sede del comune di Roma? E se col prossimo anno si ridimensiona Fiumicino e quindi tra quello e l'indotto qualche migliaio di persone se ne va a casa, secondo te non vanno a cercare il sindaco?
Mr.Pik ha scritto:
Ma che asta! Sarebbe andata deserta. E' stato già difficile trovare 16 privati.
Di un'azienda senza debiti? A mettere sul mercato un'azienda ripulita dai debiti, gli investitori sarebbero fioccati. Magari non italiani, ma sarebbero fioccati. Io invece sospetto che tutta la manovra sia stata una scusa per regalare, di fatto, un'azienda ai soliti noti.
cometa rossa ha scritto: Se mi spiega anche quali garanzie, scaduti i 5 anni, ci siano che resti italiana gliene sarei ancora più grato.
Se trovano l'accordo, diventa di fatto una compagnia privata. Fra 5 anni sarà sul mercato come una qualsiasi azienda. Con l'Air FRance sarebbe stata assorbita subito.[/quote]
Si, ma AirFrance avrebbe pagato, non lasciato i debiti a carico nostro. Così invece si prenderà lo stesso ( lei, o chi per essa) la compagnia tra qualche anno, spendendo molto meno e lasciando a noi i costi.
cometa rossa ha scritto: Di fatto si regala una compagnia pubblica a dei soggetti privati, che faranno (ovviamente) solo i propri interessi personali e non quelli del paese, lasciando i debiti ed i problemi sulla groppa di pantalone; interessante.
Purtroppo è il prezzo che bisogna pagare per l'allegra gestione che i vari governi ed i sindacati hanno permesso per lunghi anni....[/quote]
Sei così sicuro che la vicenda AirFrance dello scorso marzo fosse peggio di questa situazione?
apsa ha scritto:
Alemanno ? Perché sotto al campidoglio ?
Oddio, forse mi sono confuso: il Campidoglio non è la sede del comune di Roma? E se col prossimo anno si ridimensiona Fiumicino e quindi tra quello e l'indotto qualche migliaio di persone se ne va a casa, secondo te non vanno a cercare il sindaco?
EH eh eh .. Fiumicino é comune a sé, andranno a cercare il Sindaco là! :flower:
No, hai ragione, ovviamente Roma ed il suo sindaco (specie politicamente parlando) pesano molto di più.. :cyclopsani:
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
A proposito di questo argomento, ho letto un post riportato da un libro che parla del contratto dei piloti. L'articolo è interessante e merita un'attenta lettura ed una profonda riflessione.
Mr.Pik ha scritto:A proposito di questo argomento, ho letto un post riportato da un libro che parla del contratto dei piloti. L'articolo è interessante e merita un'attenta lettura ed una profonda riflessione.
Non so quanto possa essere credibile chi ha scritto quell'articolo, si lamenta anche del fatto che la metà delle ore di trasferimento tra un luogo e l'altro vengano considerate servizio, come se uno lo facesse per divertimento il trasferimento tra un aeroporto e l'altro. Potevo capire il risentimento se gli pagavano anche il viaggio casa-lavoro.
Su quell'articolo ho discusso nel privé di L2D con un forumista che lo aveva riportato. Perchè ne ho discusso? Perchè, secondo me, è un articolo fazioso, nel senso che esagera cosa verissime per far passare il concetto che i problemi di Alitalia siano da imputare a piloti ed assistenti di volo; in realtà queste persone sono due categorie lavorative ben distinte, ad esempio, che nulla centrano con il personale a terra, sempre ad esempio, mentre l'articolo fa un calderone di tutto. Quindi che ci siano dei privilegi o delle storture può essere vero. Mescolare contratti diversi tra loro per far risaltare quanto serve è o fazioso o comunque sbagliato.
Comunque provo riportare qui la discussione del privé, sperando che con il copia incolla non venga tutta "spaginata".
Ovviamente quanto ho scritto in risposta a pezzi dell'articolo sono solo opinioni personali (che, per fare un sunto, si possono riassumere in "Alitalia non è stata rovinata dai contratti, ma da scelte politico sindacali; ed i veri colpevoli sono ora coloro che cercano di addossare tutte le responsabilità al personale)
"Secondo uno studio interno della compagnia, un assistente di volo Alitalia con 7 anni di anzianità e una media di 60 ore/volo al mese percepisce uno stipendio lordo in media superiore del 66 per cento di quello dei colleghi Volare e Air One(fonte panorama)In base a queste stime un assistente di volo Alitalia guadagna 3.400 euro lordi al mese contro i 2.050 di un collega di Volare e i 2.200 di Air One."
E ci credo. Secondo te un pilota o un assistente di volo British prende la stessa paga dell'equivalente della British Midland? O quelli Lufthansa prendono come quelli di Air Berlin? Suvvia.....
Citazione:
Un giorno è un giorno. Dal Circolo polare artico fino alle isole di Tonga, è uguale per tutti. Ma non per i piloti dell’Alitalia. È scritto nero su bianco a pagina 2 del Regolamento sui limiti dei tempi di volo e di servizio e requisiti di riposo per il personale navigante approvato, con la delibera n. 67 del 19 dicembre 2006, dal consiglio di amministrazione dell’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile. Il terzo comma dell’articolo 2 disciplina il «giorno singolo libero dal servizio».
Che viene così descritto: «Periodo libero da qualunque impiego che comprende due notti locali consecutive o, in alternativa, un periodo libero da qualunque impiego di durata non inferiore a 33 ore che comprende almeno una notte locale». Un giorno di 33 ore o con due notti? Quando si tratta del personale di volo della ex compagnia di bandiera italiana, e dei relativi regolamenti di lavoro, bisogna abbandonare ogni convenzione, dal sistema metrico decimale all’ora di Greenwich: per loro non valgono.
Evidentemente l'articolista non sa, ad esempio, che nel commercio un giorno non è di 24 ore. Se nel settore commercio ti prendi un giorno di ferie, in certi casi viene scalato 1.2 giorni. Ovvero un giorno è di circa 28 ore, stando alla linea di pensiero dell'articolo. Perchè? Perchè la settimana lavorativa, nel commercio, in Italia è di 6 giorni, non di 5, ma ci sono aziende, tipo la mia, che di giorni ne lavorano 5. E quindi quei 5 giorni devono essere calcolati come fossero 6, e da li capita che in giorno, nel mio caso, ne valga 1.2. E' un esempio, ovviamente, ma per dire che ogni stato ed ogni settore ha la sua legislazione in merito
Citazione:
Vivono in un mondo a parte, dove tutto è dorato. Da sempre veri padroni dell’azienda, piloti e assistenti di volo si sono dati delle norme di lavoro consone al loro status (a proposito: i capintesta dei sindacati degli autisti dei cieli hanno una speciale indennità economica che percepiscono anche se se ne stanno incollati a terra tutto l’anno). Secondo il regolamento dell’Enac, dove è specificato che hanno diritto a riposare su poltrone con una reclinabilità superiore al 45% e munite di poggiapiedi regolabile in altezza, non devono volare più di cento ore nel corso del mese.
E si continuano a mischiare piloti con assistenti, ovvero pere con mele
Citazione:
Ma non è neanche questo il punto: fosse vero che volano così tanto (tra gli assistenti di volo l’assenteismo è all’11%). I numeri tracciano un quadro un po’ diverso e dicono che nel medio-corto raggio gli steward e le hostess (alla fine del 2007, 480 di queste ultime su 4300, cioè l’11%, erano praticamente fuori gioco perché in maternità o in permesso in base alla legge che consente di assistere familiari gravemente malati) restano tra le nuvole per non più di 595 ore l’anno. Vuol dire 98 minuti al giorno, il tempo che molti Cipputi impiegano per fare su e giù tra casa e fabbrica. A titolo di raffronto, un assistente di volo della Lufthansa vola 900 ore, uno della Iberia 850 e uno della portoghese Tap 810. Restando in Italia, una hostess di AirOne si fa le sue belle 680 ore.
Ed infatti ieri ho detto che bisogna distinguere tra piloti ed assistenti, e sui secondi ero abbastanza d'accordo con l'articolo
Citazione:
I piloti, poi, alla cloche sembrano quasi allergici: la loro performance non va oltre le 566 ore, che significano 93 minuti al giorno. I loro pari grado riescono a pilotare per 720 ore all’Iberia, per 700 alla Lufthansa e all’AirOne, per 680 alla Tap e per 650 all’Air France.
Normale. Tutte aziende in salute dove si fanno molte più tratte intercontinentali, dove si resta in aria un po' di più che a fare il Milano Roma Very Happy
Citazione:
I nostri, insomma, non sono esattamente degli stakanovisti: in media fanno, tra nazionale e internazionale, 1,8 tratte al giorno, contro le 2,4-2,75 dei colleghi di AirOne.
Geniale. AirOne non fa tratte internazionali, o ne fa pochissime. Alitalia ne fa si poche, ma sempre di più. Però, in media i piloti Alitalia fanno meno tratte al giorno. Mi sembra ovvio, dato che AirOne fa più tratte domestiche, molto più brevi, e quindi quei piloti possono ripartire poche ore dopo. Uno che si fa il Verona Roma può farlo 4 volte al giorno, uno che si fa Roma New York ne fa una al giorno
Citazione:
In compenso, sono molto più cari di tutti gli altri. Un assistente di volo con una certa anzianità può arrivare a costare ad Alitalia 86 mila e 533 euro, contro i 33 mila che deve mettere nel conto la compagnia di Toto (AirOne, ndr ).
Vedi mia risposta sopra. E' ovvio che nella compagnia più prestigiosa gli stipendi siano più alti che nelle compagnie minori. Accade ovunque. Chiaramente si può discutere su quanto siano più alti, ma pretendere che un comandante Alitalia prenda quanto un comandante AiroOne ( che ha anche meno addestramento alle spalle, dato che AirOne non ha i simulatori, stracostosi, nel suo palazzo come ha invece ALitalia nel suo palazzo a Fiumicino) secondo me è fazioso.
Citazione:
Il comandante di un Md80 dell’azienda della Magliana ha un costo del lavoro annuo pari a 198 mila e 538 euro. Per la stessa figura professionale i concorrenti italiani non sborsano più di 145 mila euro.
Nel costo del lavoro è compreso anche l'addestramento? Non quello iniziale, ma quello periodo. Così, per curiosità.
Citazione:
Sempre restando allo stesso tipo di aereo, per pagare il pilota Alitalia ha bisogno di 108 mila e 374 euro, tra i 28 e i 33 mila in più di AirOne o di un’altra azienda italiana. Il mix di orari da impiegati del catasto e stipendi da superprofessionisti crea un cocktail che risulterebbe micidiale per qualunque azienda: facendo due conti viene infatti fuori che alla fine dell’anno Alitalia spende per ogni ora volata da un suo comandante qualcosa come 350,8 euro. Contro i 207,1 di AirOne. Una differenza del 69,4% che manderebbe fuori mercato chiunque. Soprattutto se si considera anche che un aereo della ex compagnia di bandiera viaggia con un equipaggio superiore di un buon 30% rispetto alla media dei concorrenti.
Quanti aerei a lungo raggio ha AirOne?
Citazione:
Il risultato finale è che in Alitalia il tasso di efficienza per dipendente è pari, secondo i calcoli dell’Association of European Airlines, a poco più della metà di quello che può vantare la Lufthansa. Che i passeggeri trasportati sono 1.090 per dipendente, contro i 10 mila e 350 di Ryanair. E che nel 2004 il ricavo medio per ogni lavoratore impiegato non andava oltre i 199 mila euro, poco più di un terzo rispetto a quanto registrava ad esempio Ryanair (513 mila euro).
E si ritorna a mischiare personale di volo con piloti.
Citazione:
In Alitalia comandano i sindacati (che nel solo primo semestre del 2005 hanno proclamato scioperi per 496 ore: quasi 3 ore ogni 24). E si vede. Il contratto in vigore dal 1° gennaio 2004 dice che, nel medio raggio, una hostess o un pilota non possono essere utilizzati per più di 210 ore al mese (che, con il solito giochino, diventano 600 nel trimestre e 1.800 nell’anno). Ebbene, se uno di loro parte da Roma per andare a prendere servizio a Milano la metà della durata del viaggio che lo vedrà impegnato nelle parole crociate viene considerata servizio.
QUesto è vero ed è uno scandalo
Citazione:
La tabella dell’Enac che stabilisce, a seconda dell’orario di inizio del turno, su quante tratte continuative può essere impiegato il personale navigante prevede cinque diverse ipotesi. Che salgono a diciassette nell’accordo sottoscritto da azienda e sindacato. Dove è stabilito per il personale navigante il diritto a 33 giorni di riposo a trimestre (ad AirOne sono 30), che aumentano fino a 35 per chi è impegnato nel lungo raggio. In base al contratto, al termine di ogni volo deve essere garantito un riposo fisiologico di 13 ore, che sul lungo raggio deve risultare invece pari al numero dei fusi geografici attraversati moltiplicato per otto, con un minimo però di 24 ore. Boh.
E le altre grosse compagnie europee come stanno messe? Poi non lamentiamoci se nelle piccole compagnie ogni tanto c'è qualche errore umano dovuto a stanchezza e l'aereo casca.
Citazione:
Semplicemente geniale è poi il nuovo sistema retributivo, in vigore dal 1° gennaio 2005. Sono rimasti, ovviamente, lo stipendio base (quattordici mensilità) e l’indennità di volo minimo garantito: quaranta ore, che uno le faccia o meno. Le dieci voci che componevano la parte variabile della retribuzione di un pilota (compreso il cosiddetto «premio Bin Laden» corrisposto, dopo l’attentato alle Torri gemelle di New York, a tutti quelli che viaggiano in Medio Oriente e dintorni) sono state tutte sostituite da un’unica indennità di volo giornaliera (per un comandante è pari a 177 euro se è impegnato sul lungo raggio e a 164 se vola sul medio, cifre alle quali va sommata la diaria, che sono altri 42 euro, per un totale che può quindi arrivare a 219 euro). Indennità che scatta tutta intera anche se il pilota sta alla cloche solo per mezz’ora o semplicemente si trasferisce all’aeroporto da dove prenderà servizio. E perfino se il suo volo viene cancellato dopo che lui ha già raggiunto quello che doveva essere lo scalo d’imbarco. Per di più, aumenta se c’è uno spostamento dei turni rispetto al calendario originale.
Ed anche questo è vero ed è il secondo scandalo.
Citazione:
Siccome poi lavorare stanca, il contratto prevede l’istituzione di una Banca dei riposi individuali dove confluiscono i crediti che si ottengono per esempio quando l’aereo viaggia con personale ridotto (un riposo ogni due giorni) e dalla quale hostess e piloti possono attingere pure degli anticipi. Non è invece dato sapere se le parti hanno raggiunto un accordo su una nuova indennità graziosamente prevista nell’ultima intesa: il premio di puntualità, che per i passeggeri assume davvero il sapore della beffa. Mentre è alla direttiva dell’Enac che bisogna tornare se si vuole conoscere la dettagliatissima disciplina della cosiddetta «riserva», i periodi di tempo nei quali il personale navigante deve essere pronto a rispondere a un’improvvisa chiamata.
Premesso che si può essere messi in riserva solo dopo aver goduto di un riposo, si stabilisce che la metà del tempo trascorso a casa con le pantofole ai piedi va considerata come servizio. Bingo. Di più: che se l’attesa si consuma inutilmente perché il telefono non trilla, e dev’essere proprio per lo stress, scatta un successivo periodo di riposo di almeno otto ore, che in alcuni casi salgono a dodici. Ed è sempre il premuroso Enac a stabilire che a piloti e hostess, una volta a bordo, deve essere dato da mangiare una volta ogni sei ore, come ai pupi, e adeguatamente, «in modo da evitare decrementi nelle prestazioni».
Aiutami che non ci capisco più nulla. I cattivoni sono i piloti, i sindacati che li rappresentano, l'Alitalia o l'Enac? Perchè sonbo tutte cosine un po' diverse tra loro, un pochino, nè?
Ps: quanto dice l'Enac vale per qualsiasi compagnia, mica solo per Alitalia
Citazione:
Di alcuni privilegi o istituti incomprensibili nessuno ricorda neanche l’esatta origine. Ci sono e basta. Così, le hostess continuano ad avere una franchigia di ventiquattr’ore al mese, che in pura teoria dovrebbe coincidere con l’inizio del ciclo mestruale, ma si racconta del caso di una di loro che ha chiesto la giornata del 31 come permesso per il mese di dicembre e quella del 1° per il mese di gennaio: misteri del corpo femminile. Sempre le assistenti di volo, quando vanno in maternità vengono retribuite per tutto il tempo con lo stesso stipendio guadagnato nell’ultimo mese di servizio, che, guarda un po’, svolgono regolarmente sul lungo raggio, per far salire l’importo della busta paga. I piloti, invece, non possono atterrare due volte nello stesso scalo in un solo giorno. La logica della regola, che pare non sia neanche scritta ma frutto della consuetudine, è imperscrutabile.
E si continuano a mescolare piloti e perosnale di volo
Citazione:
La conseguenza, però, è chiara: la crescita delle spese per le trasferte. A partire da quelle per gli alberghi, che in Alitalia vengono scelti da un’apposita commissione dopo attento esame dei loro requisiti: con il risultato che l’importo medio è superiore del 45% a quello sostenuto dagli altri vettori. Solo per le 300 stanze prenotate tutto l’anno per i dipendenti che, anziché essere trasferiti a Malpensa, vanno su e giù da Roma, la compagnia ha in bilancio 45 milioni.
E questo chi l'ha voluto? I piloti? O, forse, politici dementi che hanno voluto il secondo hub a Malpensa e sindacati dementi che non hanno permesso che si assumesse personale in loco ( tagliandolo su Roma)?
Citazione:
Nella babele dei benefit, per un certo periodo tutto il personale viaggiante ha poi goduto di una speciale indennità per l’assenza del lettino a bordo di alcuni 767-300: alcune centinaia di euro che venivano corrisposte anche a chi volava su aerei dotati delle cuccette in questione.
I lavoratori più coccolati d’Italia quando viaggiano per piacere godono di una politica di sconti davvero generosa. Argomento sul quale l’azienda ha di nuovo una tale coda di paglia da rifiutarsi di fornire chiarimenti. Ma è il segreto di Pulcinella: i dipendenti (e con loro i pensionati) hanno diritto ad acquistare (anche per i loro cari: figli e coniugi o conviventi) i biglietti con una riduzione del 90% sulla tariffa piena, se rinunciano al diritto alla prenotazione. Il taglio scende invece al 50% se vogliono il posto garantito, magari perché vanno a festeggiare l’ultima promozione, che in Alitalia non si nega davvero a nessuno.
Capita in tutte le aziende. Io di solito elettrodomestici et similia li compra da un amico che lavora in un grosso centro del settore, e li pago con sconto dipendenti.
Citazione:
Nel 2007 la direzione per la finanza dell’azienda della Magliana poteva contare su 152 persone: 20 dirigenti, 52 quadri e 80 impiegati. In quella per il personale i soldati semplici (61) prevalevano di una sola unità sui graduati (60: 25 dirigenti e 35 quadri).
Dev’essere anche per questo che il consiglio di amministrazione dell’azienda ha sentito la necessità di garantirsi l’ombrello di una polizza assicurativa a copertura di possibili azioni di responsabilità nei confronti di chi ha guidato la baracca. E si è reso così complice dei sindacati. Ai quali invece nessuno potrà mai presentare il conto.
pure qui mi sembra che i piloti non c'entrino un tubo
Mauro, a prescindere dalle tue osservazioni che, conoscendoti, posso ritenere valide anche perchè non sono in grado di garantire l'attendibilità dell'autore del libro, il punto focale del mio intervento è un altro: è possibile che in un momento di crisi mondiale, di crisi nel nostro Paese e di crisi nell'occupazione, una parte di una categoria di lavoratori in un'azienda in difficoltà sull'orlo del disastro, invece di cercare di recuperare il proprio posto di lavoro "al meglio", fa muro contro un nuovo assetto proposto solo per conservare una selva di privilegi che nessun lavoratore dipendente gode e non godrà mai? In casi analoghi, lavoratori di altra Compagnia, - mi sembra la Luftansa- si ridussero lo stipendio pur di non mettere in difficoltà l'azienda. Si dice che in Italia ci sono molte famiglie che non arrivano alla 3^ settimana del mese, e questi lavoratori protestano perchè vogliono continuare a percepire pingui assegni mensili, liquidazioni miliardarie -in lire- e trattamenti da capitani d'industria che con la complicità dei sindacati e dei vari governi sono riusciti a mettere in ginocchio l'Alitalia? Mi dispiace, ma mi sembra che stiano esagerando. Mi pare che Regan in una situazione simile con i controllori di volo, provvide al licenziamento in tronco di molti dipendenti, promuovendo la famosa deregulation.
Ultima modifica di Mr.Pik il 16/09/2008, 16:44, modificato 2 volte in totale.
Mischiare tutte le categorie che costituiscono l'insieme del personale é cosa diciamo un pò inesatta, tanto per ussare un eufemismo.
Una bella fetta dei costi di gestione dell'Alitalia deriva dal fatto di avere una vasta serie di servizi che parecchie (tutte le ?) altre compagnie low-cost non hanno.
Non stupisce che fra il personale ci siano pochi "soldati semplici", perché parecchie attività vengono subappaltate (ed un eventuale patatrack dell'Alitalia produrrà evidentemente effetti anche su tutte le famiglie che traggono reddito da questi subappalti, perfettamente normali e prefettamente leciti).
Di questi subappalti, le compagnie low-cost ne fanno poco o nessun uso.
E i costi per la preparazione professionale ? I simulatori di volo (che tu hai giustamente citato) sono affitati anche ad altre compagnie, certo, ma fanno parte delle professionalità dei piloti Alitalia, che sarebbe un peccato mortale non continuare a sfruttare al meglio.
Insomma, é un problema sociale che ha notevoli risvolti anche per tante famiglie di persone non direttamente dipendenti dall'Alitalia. Ecco perché penso che sia necessario fare di tutto per salvare l'Alitalia dal disastro.
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Mr.Pik ha scritto:Mauro, a prescindere dalle tue osservazioni che, conoscendoti, posso ritenere valide anche perchè non sono in grado di garantire l'attendibilità dell'autore del libro, il punto focale del mio intervento è un altro: è possibile che in un momento di crisi mondiale, di crisi nel nostro Paese e di crisi nell'occupazione, una parte di una categoria di lavoratori in un'azienda in difficoltà sull'orlo del disastro, invece di cercare di recuperare il proprio posto di lavoro "al meglio", fa muro contro un nuovo assetto proposto solo per conservare una selva di privilegi che nessun lavoratore dipendente gode e non godrà mai? In casi analoghi, lavoratori di altra Compagnia, - mi sembra la Luftansa- si ridussero lo stipendio pur di non mettere in difficoltà l'azienda. Si dice che in Italia ci sono molte famiglie che non arrivano alla 3^ settimana del mese, e questi lavoratori protestano perchè vogliono continuare a percepire pingui assegni mensili, liquidazioni miliardarie -in lire- e trattamenti da capitani d'industria che con la complicità dei sindacati e dei vari governi sono riusciti a mettere in ginocchio l'Alitalia? Mi dispiace, ma mi sembra che stiano esagerando. Mi pare che Regan in una situazione simile con i controllori di volo, provvide al licenziamento in tronco di molti dipendenti, promuovendo la famosa deregulation.
La cosa che mi ha fatto arrabbiare è che, tempo fa, ho sentito una cosa di cui non sono molto sicuro: ovvero che a fine anni '90 ai lavoratori Alitalia fu proposto, per ottenere liquidità, di comprare azioni della compagnia ( presumo al posto di un aumento di stipendio). Questi le comprarono, ed ora si trovano in mano, come liquidazione, delle azioni che valgono carta straccia. Penso che un po' imbufalito, fosse vero, lo sarei pure io. A maggior ragione quando vi era una proposta, in primavera, che salvava la compagnia, mentre ora ve n'è una che la cancella, trasformandola in una nuova.
Ciò non toglie che quanto scrivi sia giusto, e che i lavoratori abbiano avuto dei vantaggi, nei contratti, che altre categorie si sognano. Ma ora si trovano in mano anche una liquidazione inesistente, fosse vera la storia delle azioni acquistate, grazie alla gestione scellerata di amministratori delegati scelti dai politici e liquidati con cifre astronomiche.
Mr.Pik ha scritto:Mauro, a prescindere dalle tue osservazioni che, conoscendoti, posso ritenere valide anche perchè non sono in grado di garantire l'attendibilità dell'autore del libro, il punto focale del mio intervento è un altro: è possibile che in un momento di crisi mondiale, di crisi nel nostro Paese e di crisi nell'occupazione, una parte di una categoria di lavoratori in un'azienda in difficoltà sull'orlo del disastro, invece di cercare di recuperare il proprio posto di lavoro "al meglio", fa muro contro un nuovo assetto proposto solo per conservare una selva di privilegi che nessun lavoratore dipendente gode e non godrà mai? In casi analoghi, lavoratori di altra Compagnia, - mi sembra la Luftansa- si ridussero lo stipendio pur di non mettere in difficoltà l'azienda. Si dice che in Italia ci sono molte famiglie che non arrivano alla 3^ settimana del mese, e questi lavoratori protestano perchè vogliono continuare a percepire pingui assegni mensili, liquidazioni miliardarie -in lire- e trattamenti da capitani d'industria che con la complicità dei sindacati e dei vari governi sono riusciti a mettere in ginocchio l'Alitalia? Mi dispiace, ma mi sembra che stiano esagerando. Mi pare che Regan in una situazione simile con i controllori di volo, provvide al licenziamento in tronco di molti dipendenti, promuovendo la famosa deregulation.
Giusto pochi minuti fa parlando con un collega si ragionava sul numero dei piloti che nel complesso sarebbero 1.200.
Per 60 aerei.
Per 60 aerei , 2 piloti ad aereo siamo a 120 piloti.
Va bene, ci sono anche le ferie ed i riposi, e anche gli equipaggi doppi per le lunghe tratte, ma dieci equipaggi per velivolo non saranno un pò tanti ? :cyclopsani:
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
apsa ha scritto:
Giusto pochi minuti fa parlando con un collega si ragionava sul numero dei piloti che nel complesso sarebbero 1.200.
Per 60 aerei.
Per 60 aerei , 2 piloti ad aereo siamo a 120 piloti.
Va bene, ci sono anche le ferie ed i riposi, e anche gli equipaggi doppi per le lunghe tratte, ma dieci equipaggi per velivolo non saranno un pò tanti ? :cyclopsani:
Dipende quante Cloche ha un aereo .. :cyclopsani: :cyclopsani:
cometa rossa ha scritto:
La cosa che mi ha fatto arrabbiare è che, tempo fa, ho sentito una cosa di cui non sono molto sicuro: ovvero che a fine anni '90 ai lavoratori Alitalia fu proposto, per ottenere liquidità, di comprare azioni della compagnia ( presumo al posto di un aumento di stipendio). Questi le comprarono, ed ora si trovano in mano, come liquidazione, delle azioni che valgono carta straccia. Penso che un po' imbufalito, fosse vero, lo sarei pure io. A maggior ragione quando vi era una proposta, in primavera, che salvava la compagnia, mentre ora ve n'è una che la cancella, trasformandola in una nuova.
Ciò non toglie che quanto scrivi sia giusto, e che i lavoratori abbiano avuto dei vantaggi, nei contratti, che altre categorie si sognano. Ma ora si trovano in mano anche una liquidazione inesistente, fosse vera la storia delle azioni acquistate, grazie alla gestione scellerata di amministratori delegati scelti dai politici e liquidati con cifre astronomiche.
Questa cosa non la so, ma potrebbe essere. Comunque chiunque compri delle azioni sa di fare una speculazione che presenta dei rischi. Se le azioni dell'Alitalia sono andate a ramengo, la colpa è non solo di chi l'ha amministrata male, ma anche di chi ha fatto la cicala profittando del potere contrattuale che deriva dalle proprie funzioni. Ma se l'Azienda va in fallimento, cosa si ritroveranno in mano questi "azionisti"?? Io credo che in questa vicenda, la componente politica abbia un peso rilevante.