libra ha scritto:adesso, voglio vedere se hai la pazienza di leggere:
VOL.1
SPOGLIATOIO IN PILLOLE
Georgatos, ex giocatore dell'Inter, ad aprile 2006, a proposito dei vecchi compagni dell’Inter, dichiara:
"c'era chi prendeva pillole e si faceva iniezioni... gruppi di persone rifornivano i giocatori...ho capito cosa stava accadendo..."
2005 ESTATE D’AFFARI
Vendita fasulla dei diritti di sfruttamento del marchio Inter in modo da consentirle di truccare i bilanci per 158 milioni di Euro;
si ricorda che non avrebbe potuto partecipare al campionato 2005-06 (quello dello scudetto fittizio); ma Guido Rossi (toh, guarda chi c'è, sempre questo ex dirigente nerazzurro che assegna gli scudetti!) della COVISOC riammette l'Inter ed addirittura concede uno sconto (ricapitalizzazione di soli 40 milioni e non di 158, con decurtazione del 75% del malloppo)
2006 UN BEL SOSPETTO
lo Spezia un anno fa apparteneva a Moratti; è stata venduta ad una società che appartiene ad una Fiduciaria parmense; nessuno conosce (chissà perché) il proprietario attuale di tale Fiduciaria parmense; se si tratta di Moratti o di un suo parente fino al quarto grado, è illecito (punibile con la revoca dello scudetto revocato ad altri e retrocessione)
2006 LO SCUDETTO DELL’ONESTA’
Milano, 25^ giornata: Stankovic, sconfitto sul campo per 2-1 dalla Juventus, chiude a chiave gli spogliatoi di San Siro per nascondere l'inverosimile agli occhi dell'arbitro e degli atterriti assistenti (Dejan, nunsepofà..., perchè lo fa solo Moggi)
SEQUESTRO DI PERSONA?
NO! Quale sequestro, il commissario “davvero straordinario” Guido argonauta Rossi, già consigliere dell’Inter nel quinquennio 1995/1999, difensore dell’Inter (e di Milan e Juve) nel confonto sui diritti TV con la Fiorentina e il Consorzio Calcio Italia, dipendente Telecom in pensione (ora dinuovo a cavallo), ritiene di premiare chi si “era sempre comportato correttamente” e premia l’Inter!
A tal proposito è opportuno riportare una dichiarazione dell’argonauta.” Il fatto che io sia stato per un brevissimo periodo [cinque anni, ndr] nel CdA dell’Inter e che io sia amico personale di Massimo Moratti non c’entra niente. Moratti da quando ho assunto questo incarico, per la sua estrema delicatezza, non mi ha più neanche telefonato...”
Ps:
Nel corso dello scandalo cosiddetto “Moggiopoli”, giungono a Guido Rossi da tutt’italia segnalazioni su comportamenti illeciti tenuti da altre squadre (Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma ecc.). L’argonauta decide di perseguire penalmente chi segnala tali comportamenti perchè “INTRALCIA IL LAVORO DELLA GIUSTIZIA!!!”
Fonti please.....
Lascia perdere il doping che quello che si vide in tv farsi le perine era un certo Cannavaro, e il buon Zeman se non ricordo male......ahahahahahah
i am lonely but you can free me,
all in the way that you smile
2006 SEMPRE A PROPOSITO DELLO SCUDETTO DELL’ONESTA’
La senatrice Maria Burani Procaccini propone un’interrogazione al ministro dello sport Melandri. Avanza pesanti dubbi sul processo a Calciopoli e punta l’indice sul subcommissario della Figc, Paolo Nicoletti.
“Scudetto 2005-2006 ai nerazzurri? Sarebbe uno scandalo visto che il vice commissario della Figc lavora per la famiglia Moratti”.
Paolo è il figlio dell’avvocato Francesco Nicoletti, originario di Dipignano, in provincia di Cosenza, trasferitosi negli Anni Sessanta a Milano per divenire stretto collaboratore e legale di fiducia di Angelo Moratti. Nicoletti, dunque, è legato da rapporti professionali con la Saras della famiglia Moratti.
Questo è un altro di quelli che faranno un calcio nuovo.
• Passaporto falso di Recoba per passare da comunitario e superare i limiti al numero degli extra
Moratti ha ottenuto da Guido Rossi (quello super partes) lo scudetto per un tributo all’onestà nerazzurra e “ha dimenticato” che il suo direttore generale Lele Oriali ed il suo pupillo Alvaro Recoba hanno da pochissimo patteggiato una pena per aver falsificato il passaporto (Recoba non aveva antenati in Europa) e ricettato patente rubata (quella di Recoba) e sono stati condannati a 6 mesi di carcere ciascuno (tramutata in pena pecuniaria di 21.420 euro).
Moratti forse non ricorda che c’è un tetto all’ingaggio di extracomunitari e superare quel tetto significa voler imbrogliare chi, regolarmente, ne utilizza il numero consentito.
Ps: Nel 2001 il St Etienne è retrocesso in B a causa della penalizzazione di 7 punti e della multa comminata per i passaporti falsi del brasiliano Alex e dell’ucraino Levitsky (ha impiegato 3 anni per risalire in Ligue 1)
• Patente di Recoba risultata rubata alla motorizzazione di Latina (ricettazione)
• Kallon fermato per nandrolone (l’Inter dichiara che lo usava per i brufoli)
• Martins fermato dalla società stessa per ematocrito alto prima di Cagliari-Inter
• Pagamento fideiussione fuori tempo 3 anni fa, ma poi, di nascosto, fatta risultare “regolare” tramite atto doloso
(l’Inter sarebbe stata cancellata dal campionato ed oggi non esisterebbe più)
• L’Inter nel 2006 è da tre mesi sotto inchiesta dalla procura di Milano per plusvalenze, inchiesta ancora in corso
• L’Inter nel 2001 è stata sotto inchiesta dalla procura di Roma per plusvalenze, di quella inchiesta non si hanno più notizie
• Mancini, il moralizzatore, che accetta (a Firenze) il patentino preso illecitamente grazie al sistema di cui parla male
• Fidejussioni false firmate da Facchetti per la Reggina
In una intervista del settimanale "OGGI" a Luciano Moggi:
Ma è vero che esistono delle fideiussioni bancarie firmate da Facchetti per qualche società di calcio?
Moggi: "L'ho scoperto leggendo una deposizione di Giuseppe Gazzoni Frascara, ex presidente del Bologna. Mi ha stupito molto. Gazzoni ha messo a verbale, davanti ai giudici, certe cose. Bisognerebbe chiederlo a lui, o a Facchetti o ai giudici. Certo è un bel mistero".
• Materazzi che, il 5 maggio 2002, chiede all'avversario in partita (la Lazio) di farli vincere (e dire che i laziali – a parte Poborsky - ci hanno pure provato...)
• Incontri, mai negati, di Facchetti con Nucini – l’arbitro ha dichiarato di essere molto amico di Facchetti e di aver pranzato spesso con lui, si lamentava col “brindellone” di ostacoli alla sua carriera e chiedeva raccomandazioni (complimenti, proprio un arbitro super partes, con lui le squadre che incontravano l’Inter erano sicuramente tutelate)
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Cene, mai negate, Facchetti-Bergamo a casa Bergamo, quando l’Inter andava a giocare in Toscana (addirittura Bergamo dichiara che Facchetti si fermava anche a dormire a casa sua, dove spesso parlavano delle griglie arbitrali)
Riportiamo l’intervista a Bergamo nella trasmissione MATRIX di Enrico Mentana.
Mentana domanda:
"Signor Bergamo, in una telefonata con Moggi si parla di "una cena" con Giraudo a casa sua, Vorrei sapere oltre a loro ha invitato altri dirigenti a casa sua?"
Bergamo risponde:
"Certamente, venivano a casa mia molti dirigenti di società di calcio anche con le loro famiglie, in quanto legato da vecchie amicizie"
Mentana:
"Qual'era il dirigente che veniva più spesso a trovarla??"
BERGAMO:
"beh! per la verità, non posso nascondere che GIACINTO FACCHETTI e' stato quello che più degli altri RICEVEVO IN CASA"!
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate, innegabili, Facchetti-Pairetto – In una di queste si parla a lungo di biglietti di partite dell’Inter da consegnare a Pairetto e pronti nella sede dell’Inter che passerà a ritirare un certo Santambrogio.
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate, mai negate, Moratti-Fazi
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate Inter-Bergamo, nella trasmissione di Antenna3 del 11/09/2006 Bergamo dichiara di aver ricevuto telefonate dai dirigenti di tutte le squadre di A e si stupisce di come risultino intercettate solo le telefonate di Moggi
La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Carta di identità di Daniele Bernazzani falsificata (abbassata l'età) e scoperta durante mondiale Fifa per giovanili (complimenti per la sportività)
• Carta di identità di Massimo Pellegrini falsa (usato nome e cognome di altra persona) anche lui aveva superato il limite massimo di età (ancora complimenti)
libra ha scritto:adesso, voglio vedere se hai la pazienza di leggere:
VOL.1
SPOGLIATOIO IN PILLOLE
Georgatos, ex giocatore dell'Inter, ad aprile 2006, a proposito dei vecchi compagni dell’Inter, dichiara:
"c'era chi prendeva pillole e si faceva iniezioni... gruppi di persone rifornivano i giocatori...ho capito cosa stava accadendo..."
2005 ESTATE D’AFFARI
Vendita fasulla dei diritti di sfruttamento del marchio Inter in modo da consentirle di truccare i bilanci per 158 milioni di Euro;
si ricorda che non avrebbe potuto partecipare al campionato 2005-06 (quello dello scudetto fittizio); ma Guido Rossi (toh, guarda chi c'è, sempre questo ex dirigente nerazzurro che assegna gli scudetti!) della COVISOC riammette l'Inter ed addirittura concede uno sconto (ricapitalizzazione di soli 40 milioni e non di 158, con decurtazione del 75% del malloppo)
2006 UN BEL SOSPETTO
lo Spezia un anno fa apparteneva a Moratti; è stata venduta ad una società che appartiene ad una Fiduciaria parmense; nessuno conosce (chissà perché) il proprietario attuale di tale Fiduciaria parmense; se si tratta di Moratti o di un suo parente fino al quarto grado, è illecito (punibile con la revoca dello scudetto revocato ad altri e retrocessione)
2006 LO SCUDETTO DELL’ONESTA’
Milano, 25^ giornata: Stankovic, sconfitto sul campo per 2-1 dalla Juventus, chiude a chiave gli spogliatoi di San Siro per nascondere l'inverosimile agli occhi dell'arbitro e degli atterriti assistenti (Dejan, nunsepofà..., perchè lo fa solo Moggi)
SEQUESTRO DI PERSONA?
NO! Quale sequestro, il commissario “davvero straordinario” Guido argonauta Rossi, già consigliere dell’Inter nel quinquennio 1995/1999, difensore dell’Inter (e di Milan e Juve) nel confonto sui diritti TV con la Fiorentina e il Consorzio Calcio Italia, dipendente Telecom in pensione (ora dinuovo a cavallo), ritiene di premiare chi si “era sempre comportato correttamente” e premia l’Inter!
A tal proposito è opportuno riportare una dichiarazione dell’argonauta.” Il fatto che io sia stato per un brevissimo periodo [cinque anni, ndr] nel CdA dell’Inter e che io sia amico personale di Massimo Moratti non c’entra niente. Moratti da quando ho assunto questo incarico, per la sua estrema delicatezza, non mi ha più neanche telefonato...”
Ps:
Nel corso dello scandalo cosiddetto “Moggiopoli”, giungono a Guido Rossi da tutt’italia segnalazioni su comportamenti illeciti tenuti da altre squadre (Inter, Milan, Roma, Lazio, Parma ecc.). L’argonauta decide di perseguire penalmente chi segnala tali comportamenti perchè “INTRALCIA IL LAVORO DELLA GIUSTIZIA!!!”
Fonti please.....
Lascia perdere il doping che quello che si vide in tv farsi le perine era un certo Cannavaro, e il buon Zeman se non ricordo male......ahahahahahah
Infatti Cannavaro (all'epoca al Parma) passò all'Inter
I soldi per comprare i giocatori dell’Inter Massimo Moratti li prende da qui, da questo piccolo paese sulle coste sarde. Ma non sentitevi esclusi: anche voi contribuite a investire sulla squadra. Ogni volta che pagate la bolletta della luce.
Sarroch è in provincia di Cagliari. Vi sorge lo stabilimento di raffinazione della Saras, la società di famiglia dei petrolieri Moratti, fondata nel 1962 da papà Angelo (già presidente dell’Inter). Dal satellite si vede che l’impianto è di gran lunga più vasto dell’agglomerato urbano. È sulla costa, per permettere l’attracco delle petroliere: un quarto del petrolio trasportato via nave nel mondo passa di qua, dal mare della Sardegna. È la più grande raffineria di petrolio del Mediterraneo per capacità produttiva: 15 milioni di tonnellate l’anno di petrolio grezzo trattato, che per la maggior parte viene da Libia e Mare del Nord. Tra i clienti Shell, Repsol, Total, Eni, Q8, Tamoil.
I conti di Saras sono ottimi: 5,5 miliardi di euro di ricavi nel 2005, un bel più 48% rispetto al 2004, e utili per 332 milioni (ancora: più 47% sul 2004).
E nei primi mesi del 2006 le cose marciano anche meglio, con risultati netti che raddoppiano rispetto allo stesso periodo del 2005. Saras dà lavoro a 1.600 persone. Ma il vero gioiello dell’azienda sta nell’angolo sudorientale dell’impianto: è la centrale elettrica Sarlux. La Sarlux è una società posseduta al 100% da Saras.
La centrale produce energia elettrica bruciando gli scarti di lavorazione che la Saras produce raffinando il petrolio. Questo scarto si chiama tar, detto anche “olio combustibile pesante”, una pece semi solida che potrebbe essere utilizzata per fare bitume, e che per essere bruciata viene gassificata e irrorata di ossigeno.
È un combustibile altamente inquinante, molto più del metano di solito utilizzato nelle centrali elettriche. L’impianto brucia 150 tonnellate di tar l’ora. Oltre a CO2, ossidi di azoto ed emissioni varie, a fine anno la combustione lascia in dote 1.400 tonnellate di scarti tra zolfo e concentrati di metalli, come il vanadio e il nichel.
L’energia prodotta dalla centrale Sarlux viene tutta comprata da un ente pubblico, il Gestore del sistema elettrico (Grtn), che la paga il doppio di quanto varrebbe sul mercato. Questo accade perché per la legge italiana l’impianto Sarlux è un impianto “assimilato” alle fonti rinnovabili, e per tanto va incentivato come queste ultime.
Come sia possibile che una centrale che brucia scarti della lavorazione del petrolio sia pagata come fosse un impianto a energia solare lo dobbiamo al famigerato provvedimento Cip6 (comitato interministeriale prezzi) del 1992. All’epoca il governo decise di agevolare la costruzione di impianti rinnovabili garantendo di comperare (all’epoca attraverso Enel) elettricità a un prezzo più alto, il doppio e in alcuni casi il triplo, e destinando alla collettività, attraverso le bollette, l’onere del sostentamento dell’energia pulita. Ma poi allargò questa opportunità anche a un numero limitato di altre centrali che utilizzavano fonti che definì “assimilate”, e che di rinnovabile non avevano nulla: per la precisione gas, carbone, tar, rifiuti.
Da allora gli italiani pagano anche il 10% in più in bolletta pensando di contribuire alla diffusione di energia pulita. Invece l’80% di quei contributi finisce a impianti come quello dei Moratti. Per il 2005 parliamo di un totale di oltre 3,1 miliardi di euro (erano 2,3 miliardi nel 2004). Oggi il meccanismo Cip6 è stato superato da quello dei certificati verdi nato nel 1999, che non prevede fonti “assimilate”, ma le convenzioni stipulate nel passato sono ancora per la maggior parte attive.
Sarlux non è l’unica a trarre vantaggio da questa situazione. L’elenco dei beneficiari non è pubblico, ma sappiamo che metà della torta Cip6 finisce a Edison, che appartiene ai francesi della Edf. Anche altri petrolieri, come i Garrone di Erg o i Brachetti Peretti di Api godono delle incentivazioni con impianti simili, che producono cioè elettricità bruciando scarti della lavorazione del petrolio (vedi box a destra).
Ma l’impianto dei Moratti ha qualche particolarità interessante: la prima, è che è uno dei più grandi, con i suoi 575 megawatt di potenza e 4 miliardi di kilowattora prodotti l’anno. La seconda particolarità è che è tra gli ultimi ad aver avuto accesso agli incentivi, visto che la convenzione è partita l’8 gennaio 2001. Tra l’altro la convenzione di Sarlux dura 20 anni, cinque in più rispetto a quanto stabilito dal provvedimento Cip6. Stando alle analisi della società, il prestito di oltre un miliardo di euro stipulato nel 1996 con Banca Intesa e Banca europea per gli investimenti per costruire l’impianto dovrebbe essere ammortizzato entro il 2011. Poi saranno dieci anni di guadagno netto. Un paradosso ulteriore è che più cresce il prezzo del petrolio, lo stesso che i Moratti vendono pochi metri più in là, maggiore è il contributo che lo Stato riconosce all’impianto Sarlux in quanto fonte “assimilata” alle rinnovabili.
Sarlux è strategica per i Moratti, tanto che anche nella fase di approvvigionamento del petrolio grezzo si tiene conto delle esigenze della centrale. È vero, rispetto al fatturato del gruppo i ricavi equivalgono solo a un decimo, ma gli utili di Saras sono per oltre il 36% riconducibili alla centrale elettrica (122 milioni di euro su 332). Senza gli incentivi produrre elettricità costerebbe moltissimo, molto più di quanto si guadagnerebbe vendendola (solo per l’ossigeno impiegato per la combustione Sarlux spende 50 milioni di euro l’anno). E se non vengono bruciati, gli scarti di lavorazione si tramutano, da fonte di guadagno, in un costo, perché sono rifiuti speciali e vanno smaltiti adeguatamente.
A maggio Massimo e Gian Marco Moratti, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Saras, hanno messo in vendita le azioni della società che detenevano a titolo personale, facendo sbarcare l’azienda in Borsa. Oggi il 40% di Saras è in mano al mercato. I fratelli avranno comunque il controllo dell’azienda attraverso la finanziaria di famiglia Angelo Moratti s.a.p.a., che mantiene il 60% delle azioni.
La vendita di azioni ha fruttato ai fratelli poco meno di un miliardo di euro ciascuno. Immaginiamo che parte di questi soldi verranno investiti su qualche buon giocatore. Le azioni, vendute a 6 euro l’una, per lotti minimi di 600 azioni, sono andate a ruba. Il giorno dopo il debutto a piazza Affari, però, il titolo è crollato del 10%. A fine luglio chi ha investito in Saras perdeva il 20% (un’azione era quotata 4,8 euro). Per gli 80 mila investitori che hanno creduto in Saras non resta che sperare nel campionato.
Gli altri nomi dei “debitori”
Non solo Moratti. In Italia esistono almeno altre due centrali elettriche che bruciano scarti della lavorazione del petrolio e vengono incentivate come fossero fonti rinnovabili. La prima è a Priolo Gargallo (Siracusa), e appartiene alla IsabEnergy, a sua volta controllata dalla Erg della famiglia genovese dei Garrone. Anche in questo caso la centrale sorge accanto all’impianto di raffinazione. Nel 2005 IsabEnergy ha fatturato 522 milioni di euro (44 in più rispetto al 2004), almeno 300 dei quali derivanti dagli incentivi Cip6.
Per la società significano 94 milioni di euro di utili, che forse serviranno a comprare giocatori alla Sampdoria, di cui Garrone è proprietario. L’altro impianto è a Falconara Marittima (Ancona), e appartiene alla Api della famiglia dei conti Brachetti Peretti che a Falconara hanno una raffineria da 3,9 milioni di tonnellate l’anno di petrolio.
Per loro almeno 150 milioni in sovvenzioni Cip6, su un fatturato del gruppo di 2,7 miliardi di euro e utili (raddoppiati in un anno) di 96 milioni.
In Francia metà della torta
I veri protagonisti dell’affare Cip6 sono i francesi di Edison, ai quali finisce oltre la metà dei contributi italiani per le fonti cosiddette “assimilate” alle rinnovabili. Delle 27 centrali elettriche Edison operanti sul territorio italiano, ben 19 sono incentivate anche se bruciano combustibile fossile. L’unica (magra) consolazione è che si tratta di metano, che tra gli idrocarburi è il meno inquinante. Nel 2005 Edison ha fatturato circa 5 miliardi di euro (più 16% rispetto al 2004): di questi, almeno un miliardo e mezzo sono sovvenzioni.
Dopo essere stata controllata da Montedison prima e da Fiat poi, oggi Edison è in mano ai francesi di Edf, il colosso energetico statale. Formalmente la proprietà è della società “Transalpina di energia” che detiene il 71% delle azioni Edison. A sua volta, Transalpina è per il 50% di Edf, e per la restante metà della Delmi, controllata al 51% dall’Aem di Milano. Il resto delle azioni Edison sono detenute direttamente da Edf (17%) e quotate sul mercato (12%).
La vita elettrica di Sarlux
1992: il Comitato interministeriale deiprezzi vara il provvedimento numero 6 per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e “assimilate”.
1995: Sarlux nasce da una joint venture tra Saras ed Enron.
1996: Sarlux ottiene dalle banche i finanziamenti (un miliardo di euro) necessari per la costruzione dell’impianto di Sarroch.
1999/2000: la centrale elettrica entra in funzione.
8 gennaio 2001: inizia la convenzione tra Sarlux ed Enel (cui subentrerà nel ‘99 il Grtn) per l’acquisto di energia incentivata Cip6. La convenzione durerà fino al 2021.
18 aprile 2006: Saras vince un procedimento arbitrale con Enron e conferma il controllo del 100% di Sarlux.
18 maggio 2006: Saras (che controlla il 100% di Sarlux) viene quotata in Borsa.
I conti in tasca. Nostra
L’80% della popolazione italiana paga una bolletta simile a quella riprodotta qui in basso. Tecnicamente si parla di “mercato vincolato” per i clienti “domestici”, perché le tariffe sono decise dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Di solito la potenza di erogazione è di 3 kilowatt e la tariffa applicata è la cosiddetta D2, che prevede tre corrispettivi: uno fisso non legato né alla potenza impegnata né al consumo, uno legato alla potenza e l’ultimo, il più importante, legato a quanto consumato.
Dal 1° luglio 2007 anche il mercato domestico sarà completamente libero.
libra ha scritto:• Materazzi che, il 5 maggio 2002, chiede all'avversario in partita (la Lazio) di farli vincere (e dire che i laziali – a parte Poborsky - ci hanno pure provato...)
• Incontri, mai negati, di Facchetti con Nucini – l’arbitro ha dichiarato di essere molto amico di Facchetti e di aver pranzato spesso con lui, si lamentava col “brindellone” di ostacoli alla sua carriera e chiedeva raccomandazioni (complimenti, proprio un arbitro super partes, con lui le squadre che incontravano l’Inter erano sicuramente tutelate)
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Cene, mai negate, Facchetti-Bergamo a casa Bergamo, quando l’Inter andava a giocare in Toscana (addirittura Bergamo dichiara che Facchetti si fermava anche a dormire a casa sua, dove spesso parlavano delle griglie arbitrali)
Riportiamo l’intervista a Bergamo nella trasmissione MATRIX di Enrico Mentana.
Mentana domanda:
"Signor Bergamo, in una telefonata con Moggi si parla di "una cena" con Giraudo a casa sua, Vorrei sapere oltre a loro ha invitato altri dirigenti a casa sua?"
Bergamo risponde:
"Certamente, venivano a casa mia molti dirigenti di società di calcio anche con le loro famiglie, in quanto legato da vecchie amicizie"
Mentana:
"Qual'era il dirigente che veniva più spesso a trovarla??"
BERGAMO:
"beh! per la verità, non posso nascondere che GIACINTO FACCHETTI e' stato quello che più degli altri RICEVEVO IN CASA"!
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate, innegabili, Facchetti-Pairetto – In una di queste si parla a lungo di biglietti di partite dell’Inter da consegnare a Pairetto e pronti nella sede dell’Inter che passerà a ritirare un certo Santambrogio.
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate, mai negate, Moratti-Fazi
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate Inter-Bergamo, nella trasmissione di Antenna3 del 11/09/2006 Bergamo dichiara di aver ricevuto telefonate dai dirigenti di tutte le squadre di A e si stupisce di come risultino intercettate solo le telefonate di Moggi
La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Carta di identità di Daniele Bernazzani falsificata (abbassata l'età) e scoperta durante mondiale Fifa per giovanili (complimenti per la sportività)
• Carta di identità di Massimo Pellegrini falsa (usato nome e cognome di altra persona) anche lui aveva superato il limite massimo di età (ancora complimenti)
.....................................CONTINUA
FINE DEL VOL. 1
patetico: per la vicenda Recoba ci fu processo anche penale e sanzioni varie, la vostra memoria corta è quantomeno ridicola.
Quanto alle telefonate, i contenuti?????
i am lonely but you can free me,
all in the way that you smile
libra ha scritto:
2004/05 Juventus (revocato)
2003/04 Milan
2002/03 Juventus
2001/02 Juventus
2000/01 Roma
1999/00 Lazio
1998/99 Milan
1997/98 Juventus
1996/97 Juventus
1995/96 Milan
1994/95 Juventus
il motivo per cui SOLO VOI non vincevate era Moggi???
Ma ci sei o ci fai? Quanti ne avete vinti voi rispetto alle altre???
ne più ne meno del MILAN;
Ma semplicemente quei Milan e Juve erano forti come lo è adesso l'Inter;
e lo dimostravano anche in europa (il milan era più concreto della juve che comunque arrivava sempre come minimo alle semifinali).
Vedi l'inter in europa
libra ha scritto:• Materazzi che, il 5 maggio 2002, chiede all'avversario in partita (la Lazio) di farli vincere (e dire che i laziali – a parte Poborsky - ci hanno pure provato...)
• Incontri, mai negati, di Facchetti con Nucini – l’arbitro ha dichiarato di essere molto amico di Facchetti e di aver pranzato spesso con lui, si lamentava col “brindellone” di ostacoli alla sua carriera e chiedeva raccomandazioni (complimenti, proprio un arbitro super partes, con lui le squadre che incontravano l’Inter erano sicuramente tutelate)
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Cene, mai negate, Facchetti-Bergamo a casa Bergamo, quando l’Inter andava a giocare in Toscana (addirittura Bergamo dichiara che Facchetti si fermava anche a dormire a casa sua, dove spesso parlavano delle griglie arbitrali)
Riportiamo l’intervista a Bergamo nella trasmissione MATRIX di Enrico Mentana.
Mentana domanda:
"Signor Bergamo, in una telefonata con Moggi si parla di "una cena" con Giraudo a casa sua, Vorrei sapere oltre a loro ha invitato altri dirigenti a casa sua?"
Bergamo risponde:
"Certamente, venivano a casa mia molti dirigenti di società di calcio anche con le loro famiglie, in quanto legato da vecchie amicizie"
Mentana:
"Qual'era il dirigente che veniva più spesso a trovarla??"
BERGAMO:
"beh! per la verità, non posso nascondere che GIACINTO FACCHETTI e' stato quello che più degli altri RICEVEVO IN CASA"!
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate, innegabili, Facchetti-Pairetto – In una di queste si parla a lungo di biglietti di partite dell’Inter da consegnare a Pairetto e pronti nella sede dell’Inter che passerà a ritirare un certo Santambrogio.
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate, mai negate, Moratti-Fazi
- La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Telefonate Inter-Bergamo, nella trasmissione di Antenna3 del 11/09/2006 Bergamo dichiara di aver ricevuto telefonate dai dirigenti di tutte le squadre di A e si stupisce di come risultino intercettate solo le telefonate di Moggi
La Juventus per motivazioni simili ha avuto: retrocessione in B, meno 17 in classifica, revoca di 2 scudetti, mancata partecipazione per almeno 3 anni alla Champions, obbligo di fatto a vendere tutta la squadra titolare -
• Carta di identità di Daniele Bernazzani falsificata (abbassata l'età) e scoperta durante mondiale Fifa per giovanili (complimenti per la sportività)
• Carta di identità di Massimo Pellegrini falsa (usato nome e cognome di altra persona) anche lui aveva superato il limite massimo di età (ancora complimenti)
.....................................CONTINUA
FINE DEL VOL. 1
patetico: per la vicenda Recoba ci fu processo anche penale e sanzioni varie, la vostra memoria corta è quantomeno ridicola.
Quanto alle telefonate, i contenuti?????
Le normative Uefa, per i passaporti falsi, prevede la retrocessione (vedi Marsiglia e Nantes)
I soldi per comprare i giocatori dell’Inter Massimo Moratti li prende da qui, da questo piccolo paese sulle coste sarde. Ma non sentitevi esclusi: anche voi contribuite a investire sulla squadra. Ogni volta che pagate la bolletta della luce.
Sarroch è in provincia di Cagliari. Vi sorge lo stabilimento di raffinazione della Saras, la società di famiglia dei petrolieri Moratti, fondata nel 1962 da papà Angelo (già presidente dell’Inter). Dal satellite si vede che l’impianto è di gran lunga più vasto dell’agglomerato urbano. È sulla costa, per permettere l’attracco delle petroliere: un quarto del petrolio trasportato via nave nel mondo passa di qua, dal mare della Sardegna. È la più grande raffineria di petrolio del Mediterraneo per capacità produttiva: 15 milioni di tonnellate l’anno di petrolio grezzo trattato, che per la maggior parte viene da Libia e Mare del Nord. Tra i clienti Shell, Repsol, Total, Eni, Q8, Tamoil.
I conti di Saras sono ottimi: 5,5 miliardi di euro di ricavi nel 2005, un bel più 48% rispetto al 2004, e utili per 332 milioni (ancora: più 47% sul 2004).
E nei primi mesi del 2006 le cose marciano anche meglio, con risultati netti che raddoppiano rispetto allo stesso periodo del 2005. Saras dà lavoro a 1.600 persone. Ma il vero gioiello dell’azienda sta nell’angolo sudorientale dell’impianto: è la centrale elettrica Sarlux. La Sarlux è una società posseduta al 100% da Saras.
La centrale produce energia elettrica bruciando gli scarti di lavorazione che la Saras produce raffinando il petrolio. Questo scarto si chiama tar, detto anche “olio combustibile pesante”, una pece semi solida che potrebbe essere utilizzata per fare bitume, e che per essere bruciata viene gassificata e irrorata di ossigeno.
È un combustibile altamente inquinante, molto più del metano di solito utilizzato nelle centrali elettriche. L’impianto brucia 150 tonnellate di tar l’ora. Oltre a CO2, ossidi di azoto ed emissioni varie, a fine anno la combustione lascia in dote 1.400 tonnellate di scarti tra zolfo e concentrati di metalli, come il vanadio e il nichel.
L’energia prodotta dalla centrale Sarlux viene tutta comprata da un ente pubblico, il Gestore del sistema elettrico (Grtn), che la paga il doppio di quanto varrebbe sul mercato. Questo accade perché per la legge italiana l’impianto Sarlux è un impianto “assimilato” alle fonti rinnovabili, e per tanto va incentivato come queste ultime.
Come sia possibile che una centrale che brucia scarti della lavorazione del petrolio sia pagata come fosse un impianto a energia solare lo dobbiamo al famigerato provvedimento Cip6 (comitato interministeriale prezzi) del 1992. All’epoca il governo decise di agevolare la costruzione di impianti rinnovabili garantendo di comperare (all’epoca attraverso Enel) elettricità a un prezzo più alto, il doppio e in alcuni casi il triplo, e destinando alla collettività, attraverso le bollette, l’onere del sostentamento dell’energia pulita. Ma poi allargò questa opportunità anche a un numero limitato di altre centrali che utilizzavano fonti che definì “assimilate”, e che di rinnovabile non avevano nulla: per la precisione gas, carbone, tar, rifiuti.
Da allora gli italiani pagano anche il 10% in più in bolletta pensando di contribuire alla diffusione di energia pulita. Invece l’80% di quei contributi finisce a impianti come quello dei Moratti. Per il 2005 parliamo di un totale di oltre 3,1 miliardi di euro (erano 2,3 miliardi nel 2004). Oggi il meccanismo Cip6 è stato superato da quello dei certificati verdi nato nel 1999, che non prevede fonti “assimilate”, ma le convenzioni stipulate nel passato sono ancora per la maggior parte attive.
Sarlux non è l’unica a trarre vantaggio da questa situazione. L’elenco dei beneficiari non è pubblico, ma sappiamo che metà della torta Cip6 finisce a Edison, che appartiene ai francesi della Edf. Anche altri petrolieri, come i Garrone di Erg o i Brachetti Peretti di Api godono delle incentivazioni con impianti simili, che producono cioè elettricità bruciando scarti della lavorazione del petrolio (vedi box a destra).
Ma l’impianto dei Moratti ha qualche particolarità interessante: la prima, è che è uno dei più grandi, con i suoi 575 megawatt di potenza e 4 miliardi di kilowattora prodotti l’anno. La seconda particolarità è che è tra gli ultimi ad aver avuto accesso agli incentivi, visto che la convenzione è partita l’8 gennaio 2001. Tra l’altro la convenzione di Sarlux dura 20 anni, cinque in più rispetto a quanto stabilito dal provvedimento Cip6. Stando alle analisi della società, il prestito di oltre un miliardo di euro stipulato nel 1996 con Banca Intesa e Banca europea per gli investimenti per costruire l’impianto dovrebbe essere ammortizzato entro il 2011. Poi saranno dieci anni di guadagno netto. Un paradosso ulteriore è che più cresce il prezzo del petrolio, lo stesso che i Moratti vendono pochi metri più in là, maggiore è il contributo che lo Stato riconosce all’impianto Sarlux in quanto fonte “assimilata” alle rinnovabili.
Sarlux è strategica per i Moratti, tanto che anche nella fase di approvvigionamento del petrolio grezzo si tiene conto delle esigenze della centrale. È vero, rispetto al fatturato del gruppo i ricavi equivalgono solo a un decimo, ma gli utili di Saras sono per oltre il 36% riconducibili alla centrale elettrica (122 milioni di euro su 332). Senza gli incentivi produrre elettricità costerebbe moltissimo, molto più di quanto si guadagnerebbe vendendola (solo per l’ossigeno impiegato per la combustione Sarlux spende 50 milioni di euro l’anno). E se non vengono bruciati, gli scarti di lavorazione si tramutano, da fonte di guadagno, in un costo, perché sono rifiuti speciali e vanno smaltiti adeguatamente.
A maggio Massimo e Gian Marco Moratti, rispettivamente amministratore delegato e presidente di Saras, hanno messo in vendita le azioni della società che detenevano a titolo personale, facendo sbarcare l’azienda in Borsa. Oggi il 40% di Saras è in mano al mercato. I fratelli avranno comunque il controllo dell’azienda attraverso la finanziaria di famiglia Angelo Moratti s.a.p.a., che mantiene il 60% delle azioni.
La vendita di azioni ha fruttato ai fratelli poco meno di un miliardo di euro ciascuno. Immaginiamo che parte di questi soldi verranno investiti su qualche buon giocatore. Le azioni, vendute a 6 euro l’una, per lotti minimi di 600 azioni, sono andate a ruba. Il giorno dopo il debutto a piazza Affari, però, il titolo è crollato del 10%. A fine luglio chi ha investito in Saras perdeva il 20% (un’azione era quotata 4,8 euro). Per gli 80 mila investitori che hanno creduto in Saras non resta che sperare nel campionato.
Gli altri nomi dei “debitori”
Non solo Moratti. In Italia esistono almeno altre due centrali elettriche che bruciano scarti della lavorazione del petrolio e vengono incentivate come fossero fonti rinnovabili. La prima è a Priolo Gargallo (Siracusa), e appartiene alla IsabEnergy, a sua volta controllata dalla Erg della famiglia genovese dei Garrone. Anche in questo caso la centrale sorge accanto all’impianto di raffinazione. Nel 2005 IsabEnergy ha fatturato 522 milioni di euro (44 in più rispetto al 2004), almeno 300 dei quali derivanti dagli incentivi Cip6.
Per la società significano 94 milioni di euro di utili, che forse serviranno a comprare giocatori alla Sampdoria, di cui Garrone è proprietario. L’altro impianto è a Falconara Marittima (Ancona), e appartiene alla Api della famiglia dei conti Brachetti Peretti che a Falconara hanno una raffineria da 3,9 milioni di tonnellate l’anno di petrolio.
Per loro almeno 150 milioni in sovvenzioni Cip6, su un fatturato del gruppo di 2,7 miliardi di euro e utili (raddoppiati in un anno) di 96 milioni.
In Francia metà della torta
I veri protagonisti dell’affare Cip6 sono i francesi di Edison, ai quali finisce oltre la metà dei contributi italiani per le fonti cosiddette “assimilate” alle rinnovabili. Delle 27 centrali elettriche Edison operanti sul territorio italiano, ben 19 sono incentivate anche se bruciano combustibile fossile. L’unica (magra) consolazione è che si tratta di metano, che tra gli idrocarburi è il meno inquinante. Nel 2005 Edison ha fatturato circa 5 miliardi di euro (più 16% rispetto al 2004): di questi, almeno un miliardo e mezzo sono sovvenzioni.
Dopo essere stata controllata da Montedison prima e da Fiat poi, oggi Edison è in mano ai francesi di Edf, il colosso energetico statale. Formalmente la proprietà è della società “Transalpina di energia” che detiene il 71% delle azioni Edison. A sua volta, Transalpina è per il 50% di Edf, e per la restante metà della Delmi, controllata al 51% dall’Aem di Milano. Il resto delle azioni Edison sono detenute direttamente da Edf (17%) e quotate sul mercato (12%).
La vita elettrica di Sarlux
1992: il Comitato interministeriale deiprezzi vara il provvedimento numero 6 per incentivare la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili e “assimilate”.
1995: Sarlux nasce da una joint venture tra Saras ed Enron.
1996: Sarlux ottiene dalle banche i finanziamenti (un miliardo di euro) necessari per la costruzione dell’impianto di Sarroch.
1999/2000: la centrale elettrica entra in funzione.
8 gennaio 2001: inizia la convenzione tra Sarlux ed Enel (cui subentrerà nel ‘99 il Grtn) per l’acquisto di energia incentivata Cip6. La convenzione durerà fino al 2021.
18 aprile 2006: Saras vince un procedimento arbitrale con Enron e conferma il controllo del 100% di Sarlux.
18 maggio 2006: Saras (che controlla il 100% di Sarlux) viene quotata in Borsa.
I conti in tasca. Nostra
L’80% della popolazione italiana paga una bolletta simile a quella riprodotta qui in basso. Tecnicamente si parla di “mercato vincolato” per i clienti “domestici”, perché le tariffe sono decise dall’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Di solito la potenza di erogazione è di 3 kilowatt e la tariffa applicata è la cosiddetta D2, che prevede tre corrispettivi: uno fisso non legato né alla potenza impegnata né al consumo, uno legato alla potenza e l’ultimo, il più importante, legato a quanto consumato.
Dal 1° luglio 2007 anche il mercato domestico sarà completamente libero.
Questa poi!!! Sei patetico, pensa alle porcate fatte da quei farabutti dei vostri padroni và che ne hai abbastanza per dilettarti.....ahahahahah
E come ti spiegavo contribuiamo di più alla rube che all'inter, di sicuro!
i am lonely but you can free me,
all in the way that you smile