Trattato di Lisbona: segreti inconfessabili ?
Moderatore: Moderatore
Trattato di Lisbona: segreti inconfessabili ?
Pubblico alcuni links utili a reperire qualche notizia, che sarebbe bene gridare a ogni angolo di strada, altro che glissare come fanno molti giornalisti...
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... e&sid=4708
Poi: http://www.disinformazione.it/trattato_lisbona2.htm
E ancora
http://www.luogocomune.net/site/modules ... oryid=2553
:cyclopsani: :cyclopsani: :cyclopsani:
http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... e&sid=4708
Poi: http://www.disinformazione.it/trattato_lisbona2.htm
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http://www.luogocomune.net/site/modules ... oryid=2553
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A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
dal primo link:
IL TRATTATO EUROPEO DI LISBONA E LA FINE DEGLI STATI-NAZIONE EUROPEI
The TruthSeeker
"Le nazioni dell'Europa dovrebbero essere guidate verso il superstato senza che i loro popoli sappiano cosa sta accadendo. Ciò si può ottenere tramite passi successivi, ognuno mascherato da uno scopo economico, ma che porterà alla fine e irreversibilmente alla federazione". Jean Monnet, padre fondatore dell'Unione Europea
Il 12 giugno 2008 il destino di circa 500 milioni di persone sarà deciso da un paese con un totale di solo 4, 2 milioni di abitanti. Gli abitanti della Repubblica irlandese saranno i soli 'cittadini' dell'Unione Europea a cui sarà stata data l'opportunità di esprimere il proprio parere su quello che è potenzialmente il pezzo di legislazione più fondamentale nella storia del vecchio continente. Tutti gli altri Stati membri hanno semplicemente ignorato i desideri delle loro popolazioni e lasciato la ratifica a un 'timbro' dei loro rispettivi Parlamenti. Però, è necessario che tutti i 27 Stati membri completino la ratifica prima che il 'Trattato' diventi legalmente vincolante.
Perciò se il voto irlandese sarà `NO` allora il trattato non potrà essere implementato, almeno al presente. Ma se il popolo irlandese ingoierà la massiccia propaganda 'Pro Trattato' e voterà 'SI' allora il destino e l'inevitabile morte degli Stati nazionali dell'Europa saranno segnati. Non rimarranno più seri ostacoli alla Federalizzazione. Così gli Stati uniti d'Europa tanto sognati dei federalisti diventeranno una realtà.
Molti, se non la maggioranza delle persone da entrambi i lati dell'Atlantico sono stati per decenni ingannati a credere che la Comunità Economica Europea-Unione Europea riguardi una zona di libero commercio. Non è affatto così come mostra chiaramente la citazione qui sopra del signor Monnet. Vediamo perciò quali sono le ramificazioni di un eventuale voto favorevole da parte degli irlandesi.
A seguire: Il trattato di Lisbona reintroduce la pena di morte (H. Zepp-Larouche) e Il trattato di Lisbona devve essere respinto (Liliana Gorini)
L'Unione Europea è stata fondata su bugie e inganni ai più alti livelli del governo. Questa scia di inganni è continuata sin dall'inizio e si è momentaneamente fermata giovedì 13 dicembre 2007 a Lisbona, Portogallo, dove i 'dignitari' degli Stati membri di questo 'blocco commerciale' hanno firmato il 'Trattato di Riforma dell'Unione Europea' [il testo integrale si trova a questo indirizzo N.d.t.].
Questo trattato sostituisce la Costituzione UE respinta nel 2005 sia dalla Francia che dall'Olanda. Angela Merkel, il cancelliere tedesco, e l'ex presidente francese Giscard D`Estaing sono tre i tanti ministri europei che hanno confermato che il Trattato non è altro che la Costituzione sotto un altro nome. Le uniche differenze sarebbero l'abbandono dal nuovo documento di quegli articoli relativi alla bandiera, all'inno e al motto dell'Europa unita. Eppure solo due giorni prima dell'evento storico a Lisbona 16 Stati membri sono usciti allo scoperto e hanno chiesto un emendamento del trattato e il reinserimento di quei tre articoli, trasformando perciò il trattato nell'originale costituzione. Essi vogliono anche imporre la moneta unica a tutti quegli Stati membri che ancora mantengono le loro monete nazionali e suggeriscono che una Giornata Europea diventi una vacanza celebrativa.
Il leader dello United Kingdom Independence Party Nigel Farage ha detto: "Il totale inganno che viene imposto è alla fine pienamente visibile. I tentativi patetici di affermare che questa non era la Costituzione sono stati spazzati via. Ritornano la bandiera, l'inno e il motto. Significa che quello che era il 96% dell'originale Costituzione è ora il 100%. Non sentiremo più parlare del Trattato di Riforma. Questa è la Costituzione UE respinta che torna in tutta la sua magnificenza".
Il primo ministro danese Anders Fogh Rasmussen ha deciso contro qualunque referendum sul trattato, lasciando la sua ratifica al Parlamento danese. Egli ha detto ai giornalisti che il trattato era una "cosa buona per la Danimarca". La Danimarca aveva pianificato un referendum sulla Costituzione nel 2005, ma in seguito ai voti negativi di Francia e Olanda il voto era stato annullato. Il ministro della giustizia danese ha concluso che il trattato non minaccia la sovranità danese. Rasmussen avrebbe detto: "Quando si perde sovranità è necessario un referendum, ma quando non si perde alcuna sovranità sarà il Parlamento a ratificare il testo". Ha anche confermato i piani di tenere un altro referendum sulla moneta unica, l'euro, e sull'opportunità di porre termine alle 'rinunce' relative a difesa, giustizia e affari interni, decise a Maastricht.
Dunque, nessuna minaccia alla sovranità? Bene, consideriamo le implicazioni; se uno Stato nazione sovrano non controlla più la sua economia, difesa, sistema di giustizia e politica interna, può essere davvero ancora chiamato uno Stato nazione sovrano? La risposta è piuttosto semplice: no.
L'elite finanziaria e politica d'Europa ha lavorato per questo momento sin dalla fine della seconda guerra mondiale. In ogni Stato membro le personalità possono differire, ma la retorica è sempre la stessa: 'Nessuna perdita di sovranità, è buono per la gente, è buono per l'economia eccetera eccetera'.
Bene, diamo un'occhiata a cosa veramente significhi questo trattato. Qual'è la differenza tra questo documento e l'originale Costituzione? L'avvocato tedesco Klaus Heeger, ricercatore e consulente legale del gruppo Democratico Indipendente del Parlamento europeo ha tracciato le seguenti conclusioni a riguardo dei due documenti:
Secondo la sua analisi la Costituzione garantiva alla UE 105 nuove competenze. Anche il trattato garantisce 105 nuove aree di competenza. Rimangono fuori i simboli UE (bandiera, inno e motto) ma entra il cambiamento climatico. Le rimanenti 104 aree rimangono le stesse.
La sua conclusione: si tratta della Costituzione UE sotto un altro nome.
Il sesto e finale trattato è la campana a morto per la sovranità degli Stati membri della Ue. Non facciamoci ingannare su questo, non importa cosa obiettino i vostri 'leader' eletti, e così. Questa è la combinazione di anni di complotto, inganno e cospirazione contro la gente d'Europa. Dunque cosa c'è sotto, chiederanno molti? Leggete e lo scoprirete.
Il Trattato è il documento UE più segreto e più velocemente redatto ad oggi. L'opposizione e la comprensione sul fatto che la UE sia un nascente Stato di Polizia stanno crescendo e loro, i cospiratori, sanno che la velocità è vitale. Tony Blair lo sottoscrisse nel giugno 2007 come sua finale pugnalata nella schiena della Gran Bretagna. I ministri degli esteri si dichiararono d'accordo sui suoi termini nel settembre 2007 e, 2 mesi dopo, il 13 dicembre, i rappresentanti di ciascun Stato membro firmarono il documento, e ora, tutto ciò che rimane è la ratifica e il fatto sarà compiuto.
Perciò, se il risultato del voto irlandese sarà sì e tutti gli altri Stati membri fanno quanto indicato, ratificando questo traditore pezzo di infamia, come cambieranno le nostre vite?
I nostri Parlamenti nazionale diventeranno superflui dal momento che tutto il potere che rimane sarà trasferito a Bruxelles. Significherà la fine formale di tutte quelle storiche nazioni europee che sono stati membri della UE. Le ambasciate nazionali nel mondo saranno sotto il controllo dei burocrati UE. Le vecchie regioni e province saranno unite e combinate in 'Regioni Amministrative UE'. La recente amalgamazione delle Kommunes danesi è un esempio preventivo di ciò, insieme con i Parlamenti 'delegati' di Scozia e Galles, che verranno presto raggiunti dallo sradicamento dell'Inghilterra e la creazione di simili assemblee regionali in tali luoghi.
La UE otterrà proprietà di polizia, esercito, armi nucleari, riserve monetarie e del petrolio del Mare del Nord come spiegato nel documento del trattato. Gli appartenenti alla nostra polizia e alle forze armate dovranno prestare giuramento di lealtà alla UE. Se si rifiuteranno verranno licenziati. La UE avrà il completo controllo di tutte le questioni militari, equipaggiamenti e stabilimenti.
I partiti politici saranno aboliti, aggiornati o riallineati. Saranno consentiti solo partiti pan-europei. Partiti indipendentisti saranno di fatto fuorilegge dal momento che, in base alla sentenza del 1999 della Corte Europea di Giustizia (caso 274/99), è illegale la critica alla UE. Persino prima del voto irlandese, le notizie da Bruxelles indicano che sono già a buon punto piani per eliminare ogni gruppo euroscettico all'interno del Parlamento europeo. La UE avrà il diritto legale di chiudere Parlamenti nazionali e assemblee.
Molta gente rimarrà disoccupata dal momento che diventerà universale il diritto UE di 'riaddestrare' qualcuno a proprie spese ad un nuovo lavoro (comprendente l'acquisto di un certificato che conferma tale riaddestramento). Centinaia di migliaia di piccoli negozi saranno costretti a chiudere a causa di un infinito numero di impraticabili e ingestibili regole UE.
Circa 107.000 leggi europee criminalizzeranno molti, dal momento che aderire a questa enorme quantità di legislazione è impossibile. Saremo sottoposti a frequenti multe e persino all'arresto come risultato della nostra inevitabile ignoranza. Considerate i seguenti esempi: dal gennaio 2006 è diventato illegale riparare le proprie tubature domestiche, apparecchi elettrici o persino la propria macchina. Se comprate una barca lunga più di 6 piedi costruita dopo il 1999 dovrete pagare l'equivalente di 4000 sterline o passare sei mesi in prigione. Mentre lo Stato di polizia UE flette sempre più i suoi muscoli ognuno di noi viverà nella paura e sotto la minaccia di arresto o processo per ognuna di una miriade di infrazioni, anche quelle minori.
Alle grandi aziende naturalmente le cose andranno bene, perché utilizzeranno una massiccia immigrazione dall'interno e dall'esterno della UE, pagando salari minimi agli immigrati a spese delle popolazioni indigene, forzando verso il basso i salari. Inoltre queste aziende avranno praticamente un monopolio sull'impiego, insieme al governo, e saranno capaci di dettare condizioni sui termini di impiego senza paura di un contraddittorio.
I maggiori impieghi governativi e l'inevitabile corruzione che accompagneranno questo monopolio creeranno una nuova divisione di classe che assicurerà che i ricchi e i loro compagni di viaggio diventeranno più ricchi, mentre la maggioranza della popolazione declinerà verso la povertà. Le tasse aumenteranno per pagare la massiccia crescita della burocrazia.
Non vi sarà correzione degli errori tramite canali democratici locali, perché non ci sarà più alcuna democrazia locale. O, per quel che conta, alcuna democrazia in assoluto. I Governi Amministrativi Regionali UE non saranno eletti (guardate il piano di regionalizzazione della UE sul sito ufficiale). Il nostro solo voto sarà per l'impotente Parlamento europeo. Saremo governati dei membri non eletti della Commissione Europea che non hanno, a nessun livello, alcuna responsabilità verso la gente.
Se faremo dimostrazioni o proteste potremo essere catturati e spostati verso un'altra regione europea. Il mandato di arresto europeo e una varia legislazione introdotta in tutt'Europa dall'11 settembre daranno alle autorità potere assoluto su di noi. L'uccisione degli innocenti Philip Prout e Jean de Menezes è completamente legale in base alla legge europea. L'intimidazione e le crescenti invettive anti islamiche in tutt'Europa ricordano il trattamento degli ebrei nella Germania precedente la guerra. Uno Stato Europeo Federale diventerà un posto molto spiacevole in cui vivere.
Dopo la federazione, nel corso dei successivi 15 anni, l'Europa potrebbe crollare sotto il peso della sua stessa burocrazia e corruzione. Ci sarà così poca produzione che nessuna tassazione sarà capace di supportare il macchinario governativo vasto, inetto, corrotto e inefficiente. Molti saranno ridotti alla povertà o sulla soglia della morte per fame. La completa mancanza di qualunque 'bilanciamento e controllo' lascerà aperta la porta a qualunque possibile dittatura.
L'Unione Europea, mostruosa come è, non è niente più che una pietra miliare verso un governo mondiale. Prima di accantonare questo articolo come allarmismo o teoria del complotto cercate quanti dei leader politici del vostro paese sono membri di organizzazioni segrete come il Biderberger, la Trilateral Commission, il Club Of Rome e il Royal Institute For International Affairs.
Ognuno di loro è totalmente dedito al Governo Unico Mondiale e vede un'Europa Federale come evoluzione necessaria verso questo scopo. Le loro appartenenze sono come un who's who dei grandi protagonisti del pianeta. I lettori danesi per esempio potrebbero essere veramente sorpresi nello scoprire quali appartenenti all'elite finanziaria e politica del loro paese partecipano alle riunioni del Bilderberger, che è stato in prima linea nelle macchinazioni per portare avanti la fede e realizzazione europea. Per scoprire quali dei vostri rappresentanti eletti sono membri di uno qualunque dei gruppi citati sopra, cercate il nome dell'organizzazione su un qualunque motore di ricerca. Poi sedetevi e preparatevi a rimanere scioccati.
Viviamo in un'età in cui la gente sembra avere abdicato in favore del governo a tutte le responsabilità riguardanti le proprie vite. Ciò è successo sin dalla fine della seconda guerra mondiale, ma il processo è significativamente accelerato dagli anni 80. Questa 'irresponsabilità sociale' ci ha portato a Lisbona il 13 dicembre 2007, dove i nostri cosiddetti leader hanno firmato per cedere i nostri antichi diritti e libertà in nome del loro 'grande piano'. Se rimaniamo seduti senza far nulla il resto delle nostre vite diventerà un incubo per nostra stessa responsabilità, perché, in fin dei conti, saremo noi ad avere messo i nostri diritti e le nostre libertà nelle mani dei lupi.
Il futuro benessere di un intero continente è nelle mani del popolo irlandese. Hanno bisogno del nostro appoggio. Devono sapere che non siamo soli. È tempo di iniziare a scrivere ai vostri rappresentanti 'eletti', è ora di trovare il tempo per fare ricerche su cosa sia davvero questa unione europea. Tempo di spegnere la televisione e prendere un libro sull'Unione Europea, o dare un'occhiata ai molti siti Internet che riguardano questo superstato nascente. Fate qualcosa, parlate ai vostri amici, ai vostri vicini, alla vostra famiglia. Semplicemente fate qualcosa. Prima che sia troppo tardi, e quasi lo è già.
Post Scriptum: chiunque abbia a cuore la libertà dovrebbe visitare questo sito e firmare la petizione on-line e utilizzare il link e-mail per chiedere a un cittadino irlandese di votare no per vostro conto.
Titolo originale: "The End Of The Nation States Of Europe "
Fonte: http://www.thetruthseeker.co.uk
Link
04.06.2008
Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di ALCENERO
IL TRATTATO DI LISBONA REINTRODUCE LA PENA DI MORTE
DI HELGA ZEPP-LAROUCHE
Movimento Solidarietà Tedesco
"Questo Trattato trasformerebbe quella che è un'alleanza di nazioni europee in uno Stato federale, che sarebbe governato per mezzo di un'oligarchia". Intervento di Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà tedesco (Buergerrechtsbewegung-Solidaritaet) alla conferenza di Roma.
«Col Trattato di Lisbona l'Europa si trova ad affrontare un pericolo più grave di quello che la persona media immagina. Nel novembre 2007 il presidente francese Sarkozy ha presieduto una riunione segreta con alcuni parlamentari francesi e, stando alla stampa inglese, ha dichiarato che se ci fosse stato un referendum sul trattato di Lisbona nei Paesi europei, sarebbe stato sconfitto.
Quindi il 13 dicembre, i capi di stato europei a riuniti a Lisbona hanno firmato il Trattato di Riforma Europea, che ha preso il nome di Trattato di Lisbona. Non c'è dubbio che l'intenzione era quella di dire "procediamo a ratificare questo trattato il prima possibile, senza un dibattito pubblico, senza un dibattito parlamentare, altrimenti saremo sconfitti".
Ad esempio, in Germania il testo del nuovo trattato non è stato pubblicato, quello che è stato pubblicato è il testo della Costituzione bocciata dal referendum in Francia e in Olanda nel 2005. A questo è stato aggiunto un testo che dice "al trattato vecchio si applicano le seguenti modifiche... articolo 1, comma b... la frase tot sostituisce la frase tot..." State sicuri che due parlamentari in tutto, forse un giornalista, hanno letto tutte queste modiche; ma nessun'altro. Perché il testo originario, quello del trattato originale, è già così impenetrabile che non si capisce, a meno che il lettore non sia un esperto giurista.
Solo perché un bravo studente di legge di Lipsia s'è preso la briga di leggere tutta questa roba, e poi a pubblicarlo sul sito di un parlamentare tedesco (l'on. Gauweiler), il Governo è stato costretto a far circolare la versione provvisoria del Trattato. Nel frattempo, alcuni giuristi di fama internazionale hanno scritto delle perizie sul nuovo trattato, che io raccomando veramente a tutti di voi. Una è quella prof. Schachtschneider, che è uno dei giuristi tedeschi che ricorse in appello, alcuni anni fa, contro il Trattato di Maastricht, e contro l'euro. Un altro è il prof. Klecatzky, ex ministro della Giustizia, che è uno dei padri della Costituzione austriaca.
Io ho studiato il nuovo testo, sulla base delle perizie di questi professori, e ho scoperto delle cose che adesso vi spiegherò.
La cosa più importante è che questo Trattato trasformerebbe quella che è un'alleanza di nazioni europee in uno Stato federale, che sarebbe governato per mezzo di un'oligarchia. Ad esempio, la cosiddetta "clausola generale" prevede che il Consiglio d'Europa e la Commissione Europea legiferino su tutto quel che vogliono, tranne che sulla politica estera e sulla politica di difesa.
Il Parlamento Europeo verrebbe ascoltato, ma solo come opinione, non avendo alcun potere legislativo, decisionale, ecc. Lo stesso dicasi per i parlamenti nazionali. A quel punto le direttive che vengono da Bruxelles, che oggi costituiscono il 70-80% della legislazione europea (il resto spetta ai governi e ai parlamenti nazionali), diventerebbero il 100%.
Poi c'è la cosiddetta "clausola di solidarietà": essa chiama in causa non meglio precisate "minacce terroristiche", tutte da definire, in base alle quali si definisce un'azione militare, che può essere un'azione di "peace-keeping", può essere un'azione militare difensiva, può essere un'azione militare offensiva. E nessun Paese ha la possibilità di veto, perché si decide a maggioranza, e se un Paese è contrario, è comunque tenuto a partecipare.
Quindi senza dibattito, senza dibattiti parlamentari o pubblici, l'Unione Europea verrebbe trasformata in un'alleanza militare, in cui si è obbligati a mantenere degli obblighi di riarmo, ad esempio.
Se, poi, teniamo in considerazione che dei 27 Paesi dell'Unione Europea, 22 fanno anche parte della NATO, si viene a creare un intreccio di quasi corrispondenza, di identificazione della nuova alleanza militare con la NATO: allora si capisce perché da questo punto di vista, da un po' di tempo, la Russia e la Cina abbiano, nei loro attacchi alla NATO, parlato di una politica di accerchiamento della NATO con l'espansione ad oriente dell'Unione Europea.
I Russi, compresi alcuni leader con cui ho parlato, considerano la politica di accerchiamento della Russia da parte della NATO, come una potenziale causa di una guerra mondiale. Il modo in cui questa nuova Europa viene venduta all'opinione pubblica è, ad esempio, con l'argomentazione che l'Europa deve diventare forte, deve assumere un ruolo forte, da protagonista nel mondo, per controbilanciare, magari contenere, la politica aggressiva americana.
Ma questa è un'altra delle menzogne che vengono raccontate, perché se ci sarà una coincidenza tra la possibile affermazione di Bloomberg negli Stati Uniti e una dittatura di Lisbona in Europa, io penso che ci avvicineremo a questa Terza Guerra Mondiale.
Si capisce da come l'Europa si è comportata di fronte alle pressioni americane, in special modo del ministro della Difesa americano Gates per un maggior coinvolgimento in Afghanistan. Oppure si pensi al modo precipitoso con l'Europa si è mossa nei confronti del Kossovo, quando ancora c'era un disaccordo tra i Paesi membri dell'Europa, eppure la burocrazia europea aveva già deciso, inviato 1800 persone, come personale di amministrazione, polizia, ecc. Tuttora c'è il disaccordo tra i Paesi dell'Unione Europea.
Il riconoscimento dell'indipendenza del Kossovo ha aperto un vaso di Pandora, perché adesso tutti vogliono la loro indipendenza, a cominciare dai Baschi, dai Curdi, passando per l'Ossezia, per 'Abkazia, fino a Taiwan, e alla Lega Nord. E' giusto quel che hanno detto alcuni leader russi, e cioé che con un colpo solo si è buttata a mare un'intera tradizione secolare giuridica, internazionale, che veniva dal Trattato di Westfalia.
Un altro punto indicato dal prof. Schachtshneider è che il Trattato di Lisbona reintroduce furtivamente la pena di morte, una pena di morte che soprattutto l'Italia ha fatto di tutto per abolire, guidando un movimento mondiale che si è affermato col voto alle Nazioni Unite lo scorso dicembre. Naturalmente la pena di morte non viene reintrodotta ufficialmente, ma furtivamente, con una nota a pie' pagina della Carta Europea, poiché il Trattato di Lisbona integra la Carta Europea. Sulla Carta Europea c'è scritto che la pena di morte è abolita. Questo lo riportano nel testo del trattato; però c'è una nota a pie' pagina che dice "eccetto che in casi di guerra, di disordini, di insurrezioni, ecc."
Ritengo che sia urgente un dibattito pubblico, su questo.
Ritengo che questo sia un cambiamento così grave delle costituzioni europee, che ci debbano essere un dibattito e un referendum.
Per cui chiedo a tutti voi di aiutarmi a mobilitare la popolazione europea per questo dibattito e per questo voto.»
Fonte: http://www.movisol.org/
Link
28.02.2008
IL TRATTATO DI LISBONA DEVE ESSERE RESPINTO
DI LILIANA GORINI
Movimento internazionale Diritti Civili Solidarietà
Il Parlamento italiano è chiamato a ratificare il Trattato di Lisbona, che conferirà poteri straordinari alla Commissione dell'Unione Europea in quasi tutti gli aspetti della vita dei cittadini, e soprattutto su questioni di politica economica e di difesa, privando il nostro Paese della propria sovranità e vanificando in questo senso la Costituzione italiana, a partire dall'Articolo 1 che recita "la sovranità appartiene al popolo". In altri paesi, tra cui Francia e Germania, esso è stato ratificato benchè il testo non fosse ancora stato reso noto, e risultasse del tutto incomprensibile, inducendo molti parlamentari ad approvarlo senza neanche averlo letto. Il Presidente della Repubblica tedesco non ha firmato la ratifica perché sono immediatamente scattati tre ricorsi alla Corte Costituzionale. In Irlanda è previsto un referendum contro il Trattato che, secondo le previsioni, lo boccerà il 12 giugno esattamente come fecero i referendum contro la Costituzione europea in Francia e Olanda nel 2005. Lo stesso testo, con alcune modifiche, è stato riproposto col nome di Trattato, benchè si tratti di un progetto costituzionale, con l'intento di vanificare alcuna iniziativa referendaria in paesi come l'Italia che non prevedono referendum sui trattati. Negli ultimi mesi si sono tenute numerose manifestazioni contro la ratifica del Trattato a Vienna, Berlino, e in tutta la Francia, manifestazioni in cui eminenti costituzionalisti hanno sottolineato la violazione di numerose norme costituzionali, tra cui quella della neutralità prevista dalla Costituzione austriaca.
La politica di difesa del Trattato prevede infatti, oltre alle missioni di pace, anche missioni offensive, che violano l'Art. 11 della nostra Costituzione, che recita "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. Attraverso il potenziamento delle forze militari messe a disposizione dell'Unione Europea, è in atto un tentativo di fare dell'Europa un braccio della NATO. Con la creazione di un gruppo ristretto di paesi a cui verrebbero demandate le iniziative militari, sarebbe più facile aggirare l'opposizione di chi vorrebbe evitare lo scontro strategico portato avanti da Londra e Washington nei confronti di Russia e Cina[1].
Ma è in politica economica che si sentiranno di più gli effetti nefasti di quella che molti definiscono una vera e propria "dittatura dell'Unione e della Banca Centrale Europea". Grazie al Trattato di Lisbona, infatti, i burocrati dell'Unione Europea avranno pieno titolo a bocciare qualunque misura decisa dal nostro governo, e dagli altri governi europei, per difendere la propria economia, l'occupazione, i redditi, l'industria e l'agricoltura, ed intervenire sui prezzi.
La crisi alimentare è un esempio del problema, che verrà aggravato dal Trattato di Lisbona. Mentre in tutto il mondo si moltiplicano gli appelli a intervenire per frenare la corsa al rialzo dei prezzi delle derrate alimentari, e mettere fine alla folle politica di sussidi ai "biofuels" che ne è tra le cause, l'Unione Europea, nella persona del Commissario Agricolo Mariann Fischer Boel, continua ad insistere nell'abolire la PAC (Politica Agricola Comune) che difende gli agricoltori, e nel mantenere l'obiettivo del 10% di consumi energetici coperti dai biocarburanti, il che significa che riceveranno sussidi solo gli agricoltori che producono per i biofuels, e non per nutrire il mondo, benchè da più parti (il Ministro dell'Agricoltura francese Michel Barnier, il ministro Tremonti e l'ex ministro del Commercio Estero Emma Bonino) questa sia stata definita una politica "criminale" che aumenterà le carestie in tutto il mondo e provocherà rivolte non solo nei paesi poveri ma anche in quelli "intermedi", quali Egitto, Indonesia e Pakistan. Nel nome del "mercatismo" e del "libero commercio", Unione Europea e WTO impediscono ai governi di intervenire contro la speculazione finanziaria sui prezzi, non solo delle derrate alimentari, ma anche del petrolio, su cui si arricchiscono i grandi speculatori, mentre la gente comune non arriva a fine mese. Interventi come quello del ministro dell'Agricoltura francese Barnier in difesa dei pescatori, o del governo italiano in difesa dell'Alitalia, potranno essere vietati dalla burocrazia di Bruxelles nel nome del Trattato di Lisbona, che dà la precedenza a delibere europee.
Ci sono almeno 2 articoli della Costituzione italiana che prevedono tali interventi dello Stato, e che dovrebbero avere la precedenza sul diktat europeo:
Art. 3.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 43.
A fini di utilità generale la legge può riservare originariamente o trasferire, mediante espropriazione e salvo indennizzo, allo Stato, ad enti pubblici o a comunità di lavoratori o di utenti determinate imprese o categorie di imprese, che si riferiscano a servizi pubblici essenziali o a fonti di energia o a situazioni di monopolio ed abbiano carattere di preminente interesse generale. (enfasi nostra)
Il Presidente Schifani ha annunciato che il voto sul trattato è prioritario. Ma anche da noi si levano autorevoli voci di critica. L'ex ministro e insigne giurista Giuseppe Guarino, ordinario di diritto amministrativo all'Università di Roma, ha diffidato dal ratificare il trattato così com'è, perché esso codificherebbe un sistema di "governo di un organo" o "organocrazia". Il prof. Guarino ha esposto la sua critica in una conferenza pubblica a Firenze il 19 maggio, alla presenza di costituzionalisti, esperti e amministratori. Il trattato viola almeno due articoli della Costituzione italiana, l'Art. 1 ("La sovranità appartiene al popolo") e l'Art. 11 (L'Italia "consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie"). Riguardo a quest'ultimo, le condizioni di parità sono violate dal fatto che paesi come la Gran Bretagna e la Danimarca, membri del trattato, sono esonerati dalla partecipazione all'Euro. Così essi possono, ad esempio, fissare il tasso d'interesse in modo vantaggioso per loro ma svantaggioso per gli altri firmatari del trattato.
Inoltre, osserva Guarino, il Trattato di Lisbona aumenta sensibilmente i poteri della Commissione Europea. Ad esempio, nel caso della procedura di infrazione del Patto di Stabilità, stabilita dall'Art. 104, la Commissione finora aveva solo il potere di notificare l'avvenuta infrazione al Consiglio dei Ministri dell'EU, che poi decideva se avviare la procedura o meno. Nella nuova versione, sono stati introdotti tre piccoli cambiamenti che spostano quei poteri in seno alla Commissione. Non sarebbe saggio approvare il trattato, riproponendosi di cambiare in seguito le sue parti sbagliate, ha osservato il prof. Guarino. Ciò sarebbe di fatto impossibile, dato che occorre l'unanimità.
Un altro eminente costituzionalista tedesco, il prof. Schachtschneider, ha sviluppato una lezione dal titolo "La legittimazione della pena di morte e dell'omicidio" in cui sostiene che il Trattato di Lisbona nel suo continuo sostenere una cosa e rimandare ad altra contraria attraverso il richiamo alle "Spiegazioni della Carta dei Diritti Fondamentali" legittima la pena di morte e l'omicidio "per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un'insurrezione" e "per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra" (ben 14 Stati dell'Unione europea sono impegnati nella guerra in Iraq). A queste tesi ovviamente se ne contrappongono di contrarie. Ma mentre la "battaglia delle opinioni" incalza, la politica deve decidere.
Ci appelliamo dunque al Parlamento italiano affinchè eviti approcci settoriali, e veda il contesto generale in cui si inserisce il Trattato di Lisbona: una crisi sistemica in cui si è pronti a scelte anti-democratiche pur di tenere in piedi una bolla speculativa destinata comunque ad esplodere. Se il dato giuridico è importante, esso deve essere contestualizzato al particolare momento storico. La considerazione del momento storico non può prescindere dalla lettura economica intesa come capacità relazionale dell'umanità con la biosfera.
Se già dalla semplice lettura e contestualizzazione storica del Trattato di Maastricht, era comprensibile che il processo avviatosi nel '92 non era altro che una tappa di un sovraprocesso oligarchico-imperiale, oggi, a distanza di 16 anni, abbiamo l'evidenza della tardiva percezione dei sensi a dimostrarcelo. E pensare che avremmo evitato alla popolazione europea 16 anni di progressive difficoltà, rimettendoci alla lungimirante luce della ragione piuttosto che attendere il tardivo verdetto della percezione sensoria!
Come sostiene giustamente il Prof. Guarino, occorre distinguere tra euromercato (nel senso di mercato europeo) ed eurosistema (nel senso di sistema composto di istituzioni europee). L'euromercato esisteva già prima dell'eurosistema. L'euromercato non necessitava dunque dell'eurosistema. Questo eurosistema è una costruzione evidentemente oligarchica. Il cuore dello stesso non è la Corte di Giustizia europea, tanto meno il Parlamento europeo o il Consiglio d'Europa. Il cuore e dominus della Costituzione materiale europea, dei processi all'interno della quale si sviluppano, è la Banca centrale europea (Bce).
Non ci si deve confondere. La Bce non è un ente democratico. La Bce è formalmente un ente di diritto pubblico, ma nella sostanza è un ente dominato dalle banche private. La Bce decide la politica monetaria e finanziaria, e conseguentemente decide la politica economica dell'Europa. Guarino mette al centro del suo discorso il trattato stesso con i suoi meccanismi. Tuttavia Guarino stesso riconosce che dei due parametri fondamentali della struttura dell'Unione monetaria europea, si è prestato attenzione al rapporto defitic/pil ma non a quello debito pubblico/pil. Quest'ultimo è di anno in anno progressivamente peggiorato non solo per l'Italia, ma anche per la Germania e la Francia; le violazioni di questo europarametro non sono state sanzionate in alcun modo. Dunque è subentrato nella Costituzione materiale un elemento discrezionale. Questa discrezionalità è esercitata appunto dalla Bce[2].
Ratificare il Trattato di Lisbona rappresenterebbe un'ulteriore legittimazione di questo sistema oligarchico che già troppo a lungo è durato ed i cui disastrosi risultati, in termini di tenore di vita reale della popolazione europea, sono sotto gli occhi di tutti. Ratificare il Trattato di Lisbona vorrebbe dire rafforzare ancor più un eurosistema oligarchico.
Il disegno dei padri fondatori dell'Europa, De Gasperi, De Gaulle e Adenauer, era quello di un'Europa dei Popoli non di un'Europa delle banche.
Facciamo dunque appello al Parlamento italiano ed al Presidente Napolitano affinchè non ratifichino il Trattato di Lisbona, e promuovano piuttosto presso le sedi internazionali un nuovo sistema monetario e creditizio, una Nuova Bretton Woods, che metta fine alla speculazione e rilanci l'economia reale, come viene ormai chiesto a viva voce da più parti.
NOTE
[1] In questo contesto Helga Zepp-LaRouche, presidente del Movimento Solidarietà tedesco (BueSo) fa riferimento ad un documento politico sul conto dell'Alleanza che circola in ambienti neo-conservatori transatlantici. Il documento è intitolato "Verso una grande strategia per un mondo nell'incertezza" ed è stato redatto da cinque generali in congedo che espongono una nuova strategia per la NATO, secondo cui la nuova struttura di difesa composta da USA, UE e NATO ha il compito di affrontare una serie di sfide, tra cui: crescita demografica (!), cambiamento del clima, sicurezza energetica, aumento dell'irrazionale e declino della ragionevolezza (!), indebolimento degli stati nazionali e delle istituzioni mondiali (come l'ONU, l'UE, la NATO), terrorismo internazionale, crimine organizzato, proliferazione di armi di distruzione di massa, "abuso della leva finanziaria ed energetica", migrazioni, HIV/AIDS e SARS. I firmatari sono: gen. Klaus Naumann (Germania), feldmaresciallo lord Inge (Regno Unito), gen. John Shalikashvili (USA), amm. Jacques Lanxade (Francia), e gen. Henk van den Bremen (Olanda).
[2] La Bce ha puntato ad essere rigida sul primo rapporto e non sul secondo, perché è la spesa che di anno in anno uno stato può effettuare che potrebbe distrarre troppe risorse finanziarie dal costante rifinanziamento della bolla speculativa globale ed arrestare quel processo di distruzione controllata dell'economia. Ed è proprio perché si è rigidi su questo rapporto che il secondo rapporto è sempre più non rispettato. Impedire la spesa pubblica annuale come massicciamente orientata ai processi produttivi, fa sì che l'economia reale si impoverisca sempre più e che conseguentemente i saldi finanziari peggiorino.
Fonte: http://www.movisol.org
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29.045.2008
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
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Andrea
Che Dio li benedica, ci hanno salvato il *beep*; ma non dobbiamo lasciare che la cosa vada sotto silenzio.daniele ha scritto:Sono stati dei grandi (gli irlandesi), me lo aspettavo e non mi hanno deluso nonostante tutta la stampa e la tv erano a favore del sì!
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
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Andrea
http://www.effedieffe.com/content/view/3576/165/
http://www.effedieffe.com/content/view/3562/165/
Illuminante come sempre....
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i am lonely but you can free me,
all in the way that you smile
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Testo:Ago ha scritto:http://www.effedieffe.com/content/view/3576/165/
Gli eurocrati ci impediscono di fare l’Europa
Maurizio Blondet - 15 giugno 2008
Gli oligarchi-burocrati s’erano fatti una legge. La legge diceva: il trattato di Lisbona è privo di valore legale (null and void) se un solo Stato-membro non lo ratifica. Oggi che l’Irlanda ha rifiutato di ratificare, Napolitano sostiene che il Trattato di Lisbona resta in vigore, e la volontà di un solo Paese non conta nulla, perchè è piccolo. Già dimentico che anche Francia ed Olanda, Paesi fondatori, hanno detto no nel 2005.
Questo è il modo con cui lorsignori intendono la «legalità»: si rimangiano le loro stesse «norme». Piuttosto che dichiarare nullo il loro trattato, distillato a porte chiuse, dichiarano nulli i popoli. Ed ora, si riuniscono in settimana allo scopo di distillare un nuovo inghippo «legale» per imporre la loro volontà burocratica. Questo è il problema europeo.
L’Europa, 490 milioni di abitanti, potenza economica primaria, è tragicamente indebolita. Resta un’unione monetaria senza Stato nè sovranità (1), dunque incapace di proiettare il suo potere politico sul mondo: e ciò nel momento di una crisi storica epocale, segnata dal declino degli Stati Uniti come potenza egemone globale e l’emergere di potenze extra-europee ed extra-occidentali (o anti-occidentali) come Cina, Russia e India. Nel momento del cambiamento epocale, non siamo presenti nè capaci di parlare con una voce, e sovrana.
Ma la colpa non è degli irlandesi, come amano ripetere i Napolitano e gli altri nipoti massonici di Jean Monnet (2). La colpa è loro: di come hanno voluto fare l’Europa. Di nascosto.
«Come sottoprodotto tacito e quasi occultato», come scrisse Padoa Schioppa, di direttive e regolamenti distillati in stanze chiuse da funzionari che nessuno ha eletto. Hanno tentato un esperimento inaudito, creare un’entità politica all’insaputa del popolo, una sovranità fatta di amministratori occulti, nella illibertà, come congiura e doppiezza. Non ci si riuscirà mai. Ma loro insistono. E insistendo, impediscono la nascita dell’Europa di cui abbiamo bisogno.
...
...
Testo:Ago ha scritto: http://www.effedieffe.com/content/view/3562/165/
Rabbia sull’Irlanda
Fatto di significato umoristico: da diverse ore a Parigi, sull’edificio di Saint-Cloud che è la sede del Front National, sventola il tricolore. Quello dell’Irlanda. «Stasera siamo tutti irlandesi!», si legge nel proclama emanato da Jean-Marie Le Pen.
«Una volta di più la valorosa Irlanda ha dimostrato che quando i popoli si esprimono direttamente, difendono i loro interessi nazionali. Che tutti i nazionalisti d’Europa trovino in questo risultato il coraggio e la determinazione di combattere gli eurocrati brussellesi e i gestori del nuovo ordine mondiale, nemici dichiarati delle nazioni e dei popoli d’Europa! Nazionalisti di tutti i Paesi, uniamoci! Il trattato costituzionale è ormai caduco e la malefatta di Sarkozy, di far rivotare al congresso francese un testo identico a quello rigettato dal popolo francese, è cancellata».
Quest’ultima frase è purtroppo lontana dalla realtà. Il governo francese e quello tedesco, Sarko & Merkel, avevano già deciso di pubblicare una dichiarazione congiunta sulla necessità di arrivare al completamento del processo di ratifica, «qualunque cosa accada», nei Paesi che non l’hanno ancora fatto. Tanto per capire le posizioni.
Mentre le destre nazional-popolari (non dotate di kippà) esultano, Libération, il giornale della sinistra al caviale (posseduto dai Rotschild) vomita rabbia e disprezzo contro l’Irlanda (1).
L’editoriale dice: «Quando è entrata nella comunità il primo gennaio 1973, l’Irlanda era povera e infelice. Il suo livello di vita tra i più miserabili del mondo occidentale, la sua società fra le più primitive. Una Chiesa cattolica uscita appena dalla Controriforma le imponeva una frusta feroce in tema di costumi». Oggi il Paese «è coperto di case nuove», ed è «passato da James Joyce al SUV 4 per 4» (sai che miglioramento).
Eppure, «si arroga senza esitare un dirittto e quasi un dovere d’ingratitudine». Il democratico autore schizza fiele contro «il meccanismo infernale dei referendum, queste macchine per far dire no alle domande che non sono poste», trionfo «della democrazia d’opinione con i suoi demagoghi, i suoi populisti e i suoi mitomani».
L’Irlanda, coi suoi 4 milioni di abitanti, sta esercitando un «dispotismo», dice l’autore. Ha osato disobbedire «al 90% dei suoi sindacalisti, dei suoi intellettuali, dei suoi imprenditori (sic) e dei media (sic) che hanno spinto per il Sì».
Appunto, questa è la libertà: non cantare nel coro. E infine, Libé propone di sospendere «l’appartenenza» del Paese alle «istituzioni europee fino a che decida di riunirsi alla maggioranza che desidera avanzare». Insomma sanzioni ed espulsione di chi vota liberamente. E poi ci si meraviglia che la sinistra perda voti.
...
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
14/06/2008
VINCE MR.GANLEY, IL 'SIGNOR NO' D'IRLANDA
(di Patrizio Nissirio)
LONDRA - Si chiama Declan Ganley, e fino a poco tempo fa era solo un ricco uomo d'affari, totalmente sconosciuto fuori dal suo ambiente, che trattava soprattutto con l'estero. Oggi, da leader della campagna referendaria, è il vincitore indiscusso del referendum col quale l'Irlanda ha bocciato il Trattato di Lisbona. Il 'Signor No', com'é ormai viene chiamato in Irlanda, è stato la forza propulsiva dietro l'aggressiva campagna che ha chiesto agli irlandesi di votare No. Il suo movimento, Libertas, ha tappezzato le strade di poster e ha noleggiato elicotteri che hanno trascinano enormi striscioni chiedendo di votare contro il Trattato. "Tenete l'Europa fuori dal campo - Votate No", recitava uno che sorvolava lo stadio di Croke Park nei giorni scorsi durante una partita. Ganley, 39 anni, vive in una lussuosa villa a Galway, gira in Rolls Royce, in Mercedes e in elicottero. La sua tesi è: "L'Irlanda è un paese pro-Europa. Vogliamo che l'Irlanda sia al centro dell'Europa, ma vogliamo un'Europa democratica e che si prenda le sue responsabilità. Il Trattato è l'esatto opposto di questo". Per Ganley, il documento danneggia l'economia nazionale, minacciando di alzare le tasse per le imprese. E col Trattato, Dublino avrà meno peso a Bruxelles. Il 'pasionario' del No ha creato la sua fortuna facendo affari con gli Usa e la Russia. E poi in Bulgaria e Lettonia, dove è stato anche consulente del governo. Ma, ha osservato l'Independent, Ganley ha stretti rapporti d'affari con il complesso militare-industriale statunitense: alcuni, nel Fronte del Sì, lo dipingono come una figura poco chiara con connessioni con i neoconservatori Usa, che accoglie soldi di dubbia provenienza dall'estero per la sua campagna. Una fonte citata dal giornale, nei giorni scorsi, diceva: "Li prendono dalla Cia, dal Partito britannico per l'Indipendenza (Ukip, euroscettico), o dai loro amici nelle forze armate americane?". Ganley, in una campagna in cui i più dicono di non aver letto il corposo Trattato (persino il premier Brian Cowen ha ammesso di non averlo finito), si è fregiato del motto: "L'uomo che ha letto il Trattato". Grazie a questa sua asserita, profonda conoscenza, i manifesti anti-Lisbona di Libertas hanno urlato slogan che vanno da "Non vogliamo l'espansione militare dell'Ue" (si è arrivati a dire che ci sarà una leva europea), a "Non vogliamo la tassazione Ue" a "C'é chi è morto per la tua libertà, vota No".
FRANCIA E GERMANIA, PROCESSO VADA AVANTI - La Francia e la Germania sono dispiaciute per il 'no' al referendum in Irlanda e si augurano che il processo di ratifiche del trattato di Lisbona vada avanti. Lo afferma oggi una dichiarazione comune.
"Abbiamo appreso la decisione democratica espressa dalle cittadine e dai cittadini irlandesi con rispetto - si legge nel comunicato -, nonostante ci dispiaccia molto". "Ci aspettiamo" che il primo ministro irlandese "illustri al Consiglio europeo del 19-20 giugno le cause esatte del rifiuto del Trattato da parte del popolo irlandese", prosegue la nota congiunta. Il Consiglio europeo "trarrà le necessarie conclusioni" da queste spiegazioni. La Francia e la Germania si aspettano, quindi, che tutti gli altri stati membri "portino avanti il processo di ratifica".
MERKEL, L'EUROPA NON E' IN CRISI - L'Unione europea non è in crisi, nonostante il 'no' degli irlandesi al Trattato di Lisbona. Lo ha detto oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel rispondendo alle domande dei giornalisti a Binz, nel Land del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, nel Nord della Germania.
GB ANDRA' AVANTI CON RATIFICA
La Gran Bretagna andrà avanti con la ratifica del Trattato europeo di Lisbona a dispetto della bocciatura irlandese. Lo ha detto il capo del Foreign Office David Miliband.
SPAGNA, CATTIVA NOTIZIA MA EUROPA VA AVANTI - Il "no" al Trattato di Lisbona espresso nel referendum in Irlanda è una "notizia non buona", per il ministro degli esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, secondo il quale tuttavia "l'Europa non si fermerà" e una 'soluzione'' sarà comunque trovata. Moratinos ha espresso il suo "rispetto per la volontà del popolo irlandese", aggiungendo però che anche se "senza alcun dubbio si tratta di una buona notizia, l'Europa non si fermerà": "Ciò - ha detto - è accaduto altre volte in passato nell'Ue, troveremo una soluzione fra di noi".
UE: PRESIDENZA, PROFONDO RAMMARICO - La presidenza della Ue si rammarica profondamente per il risultato negativo del referendum irlandese. Lo dice la presidenza slovena in un comunicato.
PRESIDENTE CECO,PROCESSO RATIFICA FINITO - Il presidente ceco Vaclav Klaus ha detto oggi che il Trattato di Lisbona è "finito" e che non é "più possibile proseguire la sua ratifica" dopo il 'no' irlandese.
EURODEPUTATI DELUSI PER VENERDI' NERO EUROPA
Delusione e preoccupazione della maggior parte dei parlamentari europei per l'esito del referendum irlandese sul trattato di Lisbona. Ma l'imperativo è per tutti quello di andare avanti lavorando ad un'Europa più vicina ai cittadini. Per il presidente del Partito socialista europeo, Poul Nyrup Rasmussen, "Un no al Trattato non è un no all'Europa. C'é ancora molto da fare insieme e l'Europa non può permettersi ora una crisi istituzionale. E non può permettersi di perdere altro tempo in una pausa di riflessione". "Se vogliamo che i cittadini sostengano l'Europa - prosegue Rasmussen - è necessario creare un'Europa per i cittadini. Dobbiamo venire incontro alle difficoltà della gente e delle famiglie comuni, dobbiamo creare più e migliori posti di lavoro, dobbiamo gestire il cambiamento climatico e assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, dobbiamo governare la globalizzazione e dobbiamo gestire meglio l'immigrazione".
Sempre in casa socialista, Andrea Battilocchio sottolinea come "diventa sempre più verosimile la strada di un'Europa a due velocità", mentre per Gianni Pittella "l'Europa non può continuare ad essere ostaggio di chi non la vuole". "Profonda delusione" per la vittoria del no in Irlanda viene espressa anche da Graham Watson, leader degli eurodeputati liberaldemocratici, per il quale "se c'é una lezione chiara che arriva dall'Irlanda è che troppe poche persone sanno cos'é realmente l'Unione europea e cosa fa". "La prossima presidenza francese dell'Ue - afferma Watson - dovrà convocare un summit speciale dei capi di Stato. Tutti i 27 Stati membri devono decidere il destino del trattato e delle riforma in esso contenute.
E impegnarsi in una campagna per spiegare a tutti i cittadini cos'é l'Unione europea , perché e come lavora e perché ha bisogno del loro supporto". Sempre tra i liberaldemocratici, Gianluca Susta, capogruppo degli eurodeputati della Margherita, invita l'Italia "a esigere nel prossimo consiglio Ue del 19 e 20 giugno che il processo di ratifica costituzionale sia portato a termine da tutti e 27 i Paesi membri, e a fissare subito e senza ulteriori rinvii la data della ratifica da parte del Parlamento italiano". "Frustrazione" viene espressa dal presidente del Ppe, Wilfried Martens, che parla di "situazione molto seria". "Rispetto il risultato irlandese - afferma - ma sono molto deluso perché sembra che la maggior parte dei cittadini irlandesi sono stati poco informati sui reali contenuti del Trattato e sulla loro importanza". Martens si dice quindi "convinto che il risultato del referendum irlandese non dovrà bloccare il processo di ratifica che dovrà continuare". Di "venerdì nero per l'Europa" parla la co-presidente del gruppo dei Verdi, Monica Frassoni: "Adesso - spiega - il processo di ratifica deve andare avanti e solo alla fine dovremo decidere sul da farsi". "Ciò di cui c'é bisogno ora - afferma - è un'iniziativa che parta dalle forze politiche e da quegli Stati membri convinti della necessità di un'Europa più efficiente, democratica e coesa. Un'iniziativa dove non ci sia spazio che per coloro che vogliono andare avanti". Fuori dal coro gli eurodeputati della sinistra unitaria, che salutano "con entusiasmo" il risultato del referendum in Irlanda. Il presidente del gruppo, Francis Wurtz, parla di "scossa salutare". Il capogruppo del Prc, Roberto Musacchio, invece, di "un no che chiede un'altra Europa": "E' la conferma del malessere molto forte che c'é tra i cittadini per il metodo poco democratico e il merito liberista con cui si vuole costruire questa Europa". Anche il leghista, Mario Borghezio, saluta "con immensa gioia" la vittoria del no: "''Evidentemente - afferma - anche in Irlanda la classe operaia vuole andare in paradiso e non nell'inferno dei tecnocrati e dei banchieri di Bruxelles".
VINCE MR.GANLEY, IL 'SIGNOR NO' D'IRLANDA
(di Patrizio Nissirio)
LONDRA - Si chiama Declan Ganley, e fino a poco tempo fa era solo un ricco uomo d'affari, totalmente sconosciuto fuori dal suo ambiente, che trattava soprattutto con l'estero. Oggi, da leader della campagna referendaria, è il vincitore indiscusso del referendum col quale l'Irlanda ha bocciato il Trattato di Lisbona. Il 'Signor No', com'é ormai viene chiamato in Irlanda, è stato la forza propulsiva dietro l'aggressiva campagna che ha chiesto agli irlandesi di votare No. Il suo movimento, Libertas, ha tappezzato le strade di poster e ha noleggiato elicotteri che hanno trascinano enormi striscioni chiedendo di votare contro il Trattato. "Tenete l'Europa fuori dal campo - Votate No", recitava uno che sorvolava lo stadio di Croke Park nei giorni scorsi durante una partita. Ganley, 39 anni, vive in una lussuosa villa a Galway, gira in Rolls Royce, in Mercedes e in elicottero. La sua tesi è: "L'Irlanda è un paese pro-Europa. Vogliamo che l'Irlanda sia al centro dell'Europa, ma vogliamo un'Europa democratica e che si prenda le sue responsabilità. Il Trattato è l'esatto opposto di questo". Per Ganley, il documento danneggia l'economia nazionale, minacciando di alzare le tasse per le imprese. E col Trattato, Dublino avrà meno peso a Bruxelles. Il 'pasionario' del No ha creato la sua fortuna facendo affari con gli Usa e la Russia. E poi in Bulgaria e Lettonia, dove è stato anche consulente del governo. Ma, ha osservato l'Independent, Ganley ha stretti rapporti d'affari con il complesso militare-industriale statunitense: alcuni, nel Fronte del Sì, lo dipingono come una figura poco chiara con connessioni con i neoconservatori Usa, che accoglie soldi di dubbia provenienza dall'estero per la sua campagna. Una fonte citata dal giornale, nei giorni scorsi, diceva: "Li prendono dalla Cia, dal Partito britannico per l'Indipendenza (Ukip, euroscettico), o dai loro amici nelle forze armate americane?". Ganley, in una campagna in cui i più dicono di non aver letto il corposo Trattato (persino il premier Brian Cowen ha ammesso di non averlo finito), si è fregiato del motto: "L'uomo che ha letto il Trattato". Grazie a questa sua asserita, profonda conoscenza, i manifesti anti-Lisbona di Libertas hanno urlato slogan che vanno da "Non vogliamo l'espansione militare dell'Ue" (si è arrivati a dire che ci sarà una leva europea), a "Non vogliamo la tassazione Ue" a "C'é chi è morto per la tua libertà, vota No".
FRANCIA E GERMANIA, PROCESSO VADA AVANTI - La Francia e la Germania sono dispiaciute per il 'no' al referendum in Irlanda e si augurano che il processo di ratifiche del trattato di Lisbona vada avanti. Lo afferma oggi una dichiarazione comune.
"Abbiamo appreso la decisione democratica espressa dalle cittadine e dai cittadini irlandesi con rispetto - si legge nel comunicato -, nonostante ci dispiaccia molto". "Ci aspettiamo" che il primo ministro irlandese "illustri al Consiglio europeo del 19-20 giugno le cause esatte del rifiuto del Trattato da parte del popolo irlandese", prosegue la nota congiunta. Il Consiglio europeo "trarrà le necessarie conclusioni" da queste spiegazioni. La Francia e la Germania si aspettano, quindi, che tutti gli altri stati membri "portino avanti il processo di ratifica".
MERKEL, L'EUROPA NON E' IN CRISI - L'Unione europea non è in crisi, nonostante il 'no' degli irlandesi al Trattato di Lisbona. Lo ha detto oggi la cancelliera tedesca Angela Merkel rispondendo alle domande dei giornalisti a Binz, nel Land del Meclemburgo-Pomerania Anteriore, nel Nord della Germania.
GB ANDRA' AVANTI CON RATIFICA
La Gran Bretagna andrà avanti con la ratifica del Trattato europeo di Lisbona a dispetto della bocciatura irlandese. Lo ha detto il capo del Foreign Office David Miliband.
SPAGNA, CATTIVA NOTIZIA MA EUROPA VA AVANTI - Il "no" al Trattato di Lisbona espresso nel referendum in Irlanda è una "notizia non buona", per il ministro degli esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, secondo il quale tuttavia "l'Europa non si fermerà" e una 'soluzione'' sarà comunque trovata. Moratinos ha espresso il suo "rispetto per la volontà del popolo irlandese", aggiungendo però che anche se "senza alcun dubbio si tratta di una buona notizia, l'Europa non si fermerà": "Ciò - ha detto - è accaduto altre volte in passato nell'Ue, troveremo una soluzione fra di noi".
UE: PRESIDENZA, PROFONDO RAMMARICO - La presidenza della Ue si rammarica profondamente per il risultato negativo del referendum irlandese. Lo dice la presidenza slovena in un comunicato.
PRESIDENTE CECO,PROCESSO RATIFICA FINITO - Il presidente ceco Vaclav Klaus ha detto oggi che il Trattato di Lisbona è "finito" e che non é "più possibile proseguire la sua ratifica" dopo il 'no' irlandese.
EURODEPUTATI DELUSI PER VENERDI' NERO EUROPA
Delusione e preoccupazione della maggior parte dei parlamentari europei per l'esito del referendum irlandese sul trattato di Lisbona. Ma l'imperativo è per tutti quello di andare avanti lavorando ad un'Europa più vicina ai cittadini. Per il presidente del Partito socialista europeo, Poul Nyrup Rasmussen, "Un no al Trattato non è un no all'Europa. C'é ancora molto da fare insieme e l'Europa non può permettersi ora una crisi istituzionale. E non può permettersi di perdere altro tempo in una pausa di riflessione". "Se vogliamo che i cittadini sostengano l'Europa - prosegue Rasmussen - è necessario creare un'Europa per i cittadini. Dobbiamo venire incontro alle difficoltà della gente e delle famiglie comuni, dobbiamo creare più e migliori posti di lavoro, dobbiamo gestire il cambiamento climatico e assicurare la sicurezza degli approvvigionamenti energetici, dobbiamo governare la globalizzazione e dobbiamo gestire meglio l'immigrazione".
Sempre in casa socialista, Andrea Battilocchio sottolinea come "diventa sempre più verosimile la strada di un'Europa a due velocità", mentre per Gianni Pittella "l'Europa non può continuare ad essere ostaggio di chi non la vuole". "Profonda delusione" per la vittoria del no in Irlanda viene espressa anche da Graham Watson, leader degli eurodeputati liberaldemocratici, per il quale "se c'é una lezione chiara che arriva dall'Irlanda è che troppe poche persone sanno cos'é realmente l'Unione europea e cosa fa". "La prossima presidenza francese dell'Ue - afferma Watson - dovrà convocare un summit speciale dei capi di Stato. Tutti i 27 Stati membri devono decidere il destino del trattato e delle riforma in esso contenute.
E impegnarsi in una campagna per spiegare a tutti i cittadini cos'é l'Unione europea , perché e come lavora e perché ha bisogno del loro supporto". Sempre tra i liberaldemocratici, Gianluca Susta, capogruppo degli eurodeputati della Margherita, invita l'Italia "a esigere nel prossimo consiglio Ue del 19 e 20 giugno che il processo di ratifica costituzionale sia portato a termine da tutti e 27 i Paesi membri, e a fissare subito e senza ulteriori rinvii la data della ratifica da parte del Parlamento italiano". "Frustrazione" viene espressa dal presidente del Ppe, Wilfried Martens, che parla di "situazione molto seria". "Rispetto il risultato irlandese - afferma - ma sono molto deluso perché sembra che la maggior parte dei cittadini irlandesi sono stati poco informati sui reali contenuti del Trattato e sulla loro importanza". Martens si dice quindi "convinto che il risultato del referendum irlandese non dovrà bloccare il processo di ratifica che dovrà continuare". Di "venerdì nero per l'Europa" parla la co-presidente del gruppo dei Verdi, Monica Frassoni: "Adesso - spiega - il processo di ratifica deve andare avanti e solo alla fine dovremo decidere sul da farsi". "Ciò di cui c'é bisogno ora - afferma - è un'iniziativa che parta dalle forze politiche e da quegli Stati membri convinti della necessità di un'Europa più efficiente, democratica e coesa. Un'iniziativa dove non ci sia spazio che per coloro che vogliono andare avanti". Fuori dal coro gli eurodeputati della sinistra unitaria, che salutano "con entusiasmo" il risultato del referendum in Irlanda. Il presidente del gruppo, Francis Wurtz, parla di "scossa salutare". Il capogruppo del Prc, Roberto Musacchio, invece, di "un no che chiede un'altra Europa": "E' la conferma del malessere molto forte che c'é tra i cittadini per il metodo poco democratico e il merito liberista con cui si vuole costruire questa Europa". Anche il leghista, Mario Borghezio, saluta "con immensa gioia" la vittoria del no: "''Evidentemente - afferma - anche in Irlanda la classe operaia vuole andare in paradiso e non nell'inferno dei tecnocrati e dei banchieri di Bruxelles".
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
E da noi ? Che succede ?
http://qn.quotidiano.net/politica/2008/ ... erno.shtml
http://qn.quotidiano.net/politica/2008/ ... erno.shtml
Non ci siamo, non ci siamo proprio :cyclopsani:... Il mio - ha detto il ministro Roberto Calderoli al termine del Cdm - è stato un sì con riserva al ddl che recepisce il Trattato di Lisbona. Le riserve sono rispetto alla perdita di sovranità.
Ci sono stati notevoli miglioramenti rispetto alla convenzione ma con il voto di maggioranza c'è una perdita di sovranità notevole. Pensiamo che la consultazione popolare, su questo punto, non possa e non debba essere evitata. Per questo proporremo in sede parlamentare una legge costituzionale ad hoc per consentire il referendum".
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
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Quello che mi fa inkatzare è che lorsignori sventolano il dato numerico irrilevante dei no, ossia lo 0,25% su base europea, ovviamente il dato è relativo alla sola Irlanda.
Hanno tenuto conto che anche Olanda e Francia avevano bocciato la carta europea nel 2005?
E se, come in Irlanda, si votasse anche in tutti gli altri paesi a quanto ammonterebbero i no?
Hanno tenuto conto che anche Olanda e Francia avevano bocciato la carta europea nel 2005?
E se, come in Irlanda, si votasse anche in tutti gli altri paesi a quanto ammonterebbero i no?
i am lonely but you can free me,
all in the way that you smile
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Temo che, grazie all'assordante silenzio dei media, i risultati sarebbero ugualmente scarsi, terribilmente scarsi.Ago ha scritto:Quello che mi fa inkatzare è che lorsignori sventolano il dato numerico irrilevante dei no, ossia lo 0,25% su base europea, ovviamente il dato è relativo alla sola Irlanda.
Hanno tenuto conto che anche Olanda e Francia avevano bocciato la carta europea nel 2005?
E se, come in Irlanda, si votasse anche in tutti gli altri paesi a quanto ammonterebbero i no?
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Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
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Per quanto scarsi non ammonterebbero certo allo zeropifferopercento, penso che ad un 15% si arriverebbe anche nella più nefasta delle ipofisiapsa ha scritto:
Temo che, grazie all'assordante silenzio dei media, i risultati sarebbero ugualmente scarsi, terribilmente scarsi.
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Speriamo nella Lega, strano a dirsi ma in questa vicenda Calderoli è il più ragionevole :compress:apsa ha scritto:Se non ho letto proprio male, nel "nostro" parlamento si dovrebbe discutere a luglio, 'sto trattato.. cioé, ormai al Senato, che alla Camera temo sia passato, no ?
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