dunque avevo sentito qualche tempo fa la storia di quel prete innamorato e forse padre di un bimbo.
sentivo della sua "battaglia"contro la chiesa che gli chiedeva un passo indietro o la scomunica.
ora io capisco che la chiesa sia un pò indietro su certe cose, ma se tu decidi di fare il prete rispetti le regole che ti vengono imposte.se non ti va bene lasci la tunica.
non capivo l'atteggiamento del prete che avrebbe voluto fare sia il marito che il sacerdote.
ora l'hanno, come si dice?cacciato?e mi tocca proprio dare ragione alla chiesa.
che ne pensate?
Quella storia del prete innamorato...
Moderatore: Moderatore
Re: Quella storia del prete innamorato...
Anche io sono dalla parte del prete, ma ob torto collo, devo riconoscere che non ha rispettato il "contratto" che ha stipulato con la Chiesa. Ha fatto voto di castità ed ha rinunciato ai piaceri della famiglia dedicandosi alla Fede e di conseguenza non può forzare la mano ne' violare quelle regole che a suo tempo ha sottoscritto di sua volontà.minny ha scritto:dunque avevo sentito qualche tempo fa la storia di quel prete innamorato e forse padre di un bimbo.
sentivo della sua "battaglia"contro la chiesa che gli chiedeva un passo indietro o la scomunica.
ora io capisco che la chiesa sia un pò indietro su certe cose, ma se tu decidi di fare il prete rispetti le regole che ti vengono imposte.se non ti va bene lasci la tunica.
non capivo l'atteggiamento del prete che avrebbe voluto fare sia il marito che il sacerdote.
ora l'hanno, come si dice?cacciato?e mi tocca proprio dare ragione alla chiesa.
che ne pensate?
Se potessi lo aiuterei, ma non posso approvare il suo comportamento.
Penso che le regole son le regole...ma costui, si è trovato a dover rinunciare ad una delle due fedi che gli appartengono...ed ha dimostrato che entrambi le fedi sono vere e forti...purtroppo, ragionando in maniera razionale, il prete ha torto marcio...ma fede ed amore, sono due sentimenti che con la razionalità non hanno nulla che vedere.
La chiesa non ha torto...se quelle sono le sue regole (a torto o a ragione ma son quelle) è giusto che usi il pugno per farle rispettare...il prete? potrà sempre portare avanti la sua missione diffondendo il verbo come e forse meglio di prima...perchè può parlare di famiglia...può cercare di inculcare i valori della famiglia...conoscendola in prima persona
La chiesa non ha torto...se quelle sono le sue regole (a torto o a ragione ma son quelle) è giusto che usi il pugno per farle rispettare...il prete? potrà sempre portare avanti la sua missione diffondendo il verbo come e forse meglio di prima...perchè può parlare di famiglia...può cercare di inculcare i valori della famiglia...conoscendola in prima persona
Re: Quella storia del prete innamorato...
ehm...io non sono dalla parte del prete :albino:Mr.Pik ha scritto:Anche io sono dalla parte del prete, ma ob torto collo, devo riconoscere che non ha rispettato il "contratto" che ha stipulato con la Chiesa. Ha fatto voto di castità ed ha rinunciato ai piaceri della famiglia dedicandosi alla Fede e di conseguenza non può forzare la mano ne' violare quelle regole che a suo tempo ha sottoscritto di sua volontà.minny ha scritto:dunque avevo sentito qualche tempo fa la storia di quel prete innamorato e forse padre di un bimbo.
sentivo della sua "battaglia"contro la chiesa che gli chiedeva un passo indietro o la scomunica.
ora io capisco che la chiesa sia un pò indietro su certe cose, ma se tu decidi di fare il prete rispetti le regole che ti vengono imposte.se non ti va bene lasci la tunica.
non capivo l'atteggiamento del prete che avrebbe voluto fare sia il marito che il sacerdote.
ora l'hanno, come si dice?cacciato?e mi tocca proprio dare ragione alla chiesa.
che ne pensate?
Se potessi lo aiuterei, ma non posso approvare il suo comportamento.
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Per me non ha fatto nulla di male, anzi, ha semplicemente manifestato un gesto d'amore, che è la cosa più bella del mondo, come anche da undicesimo comandamento, nei confronti di un'altra creatura ( o altre due).
Chiaramente secondo la Chiesa Cattolica questo è sbagliato. Secondo i protestanti, ad esempio, no, eppure sono cristiani pure quelli. Quindi io capisco che la Chiesa sia intervenuta come è intervenuta ( e personalmente la cosa non mi fa nè caldo nè freddo, finchè la Chiesa si chiude così a me non interessa più) ma verso quel prete provo tantissima stima, più che verso tanti altri uomini di Chiesa che sono intervenuti in questa vicenda, pur applicando le regole che c'erano, ci sono e che quel prete conosceva bene.
Chiaramente secondo la Chiesa Cattolica questo è sbagliato. Secondo i protestanti, ad esempio, no, eppure sono cristiani pure quelli. Quindi io capisco che la Chiesa sia intervenuta come è intervenuta ( e personalmente la cosa non mi fa nè caldo nè freddo, finchè la Chiesa si chiude così a me non interessa più) ma verso quel prete provo tantissima stima, più che verso tanti altri uomini di Chiesa che sono intervenuti in questa vicenda, pur applicando le regole che c'erano, ci sono e che quel prete conosceva bene.
Zeru tituli
Re: Quella storia del prete innamorato...
Non sono informato, della vicenda, perciò le mie sono solo supposizioni.minny ha scritto:dunque avevo sentito qualche tempo fa la storia di quel prete innamorato e forse padre di un bimbo.
sentivo della sua "battaglia"contro la chiesa che gli chiedeva un passo indietro o la scomunica.
ora io capisco che la chiesa sia un pò indietro su certe cose, ma se tu decidi di fare il prete rispetti le regole che ti vengono imposte.se non ti va bene lasci la tunica.
non capivo l'atteggiamento del prete che avrebbe voluto fare sia il marito che il sacerdote.
ora l'hanno, come si dice?cacciato?e mi tocca proprio dare ragione alla chiesa.
che ne pensate?
Penso che sia stato "sospeso a divinis", non scomunicato.
Il sacramento del sacerdozio - in quanto sacramento - é amministrato "una volta per sempre".
La scelta di ricevere il sacramento del sacerdozio ("farsi prete") dev'essere una scelta di totale dedizione al popolo di Dio, essendo liberi da legami con una famiglia, per poter dare tutti se stessi senza condizioni. In origine non esisteva questa "regola" (pensate ai primi discepoli, agli apostoli stessi.... padri di famiglia!)
E' stato in un secondo tempo, che i teologi hanno ritenuto necessario imporre questa scelta di vita, perché le preoccupazioni ed i legàmi verso la propria famiglia (moglie e figli) avrebbero depauperato la possibilità di fare dono totale di sè, anche fino al sacrificio della vita, ove necessario, nella certezza che non si sarebbe lasciata una povera vedova, peridpiù priva di qualsiasi sostentamento.
Non c'é un "merito" ad essere presbitero, rispetto all'essere padre di famiglia: entrambe sono vocazioni. Se hai la vocazione del padre di famiglia ( e/o naturalmente di madre di famiglia, volgendolo al femminile) non deciderai di donare la tua vita solo a Dio. Se hai la vocazione al sacerdozio, decidi di donare tutta la tua vita solo a Dio.
Il sacerdote che ha anche una sua famiglia, avrà molte più difficoltà a dare tutto se stesso agli altri, sottraendo la necessaria presenza ed il necessario sostegno e contributo all'educazione dei figli.
Il padre di famiglia che vorrà dare una piena ed efficace educazione ai figli, e un valido sostegno alla propria moglie, non avrà il tempo di seguire la vita spirituale e le necessità anche materiali dei propri "discepoli".
In sostanza: il presbitero di cui parliamo, se ha deciso di lasciare la vita religiosa, probabilmente sarà un ottimo padre, e non contesto affatto la sua scelta.
La Chiesa deve però tutelare i propri fedeli, sospendendo quel presbitero e consentendogli di svolgere in piena libertà il "mestiere" di padre e marito.
Perciò, non trovo contestabile la scelta di vita del presbitero (=prete) ma altrettanto, per le suddette ragioni, non può essere contestabile la decisione della Chiesa.
E' solo la mia opinione, naturalmente :faroah:
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea
Era al ritorno che spesso mi perdevo.
Andrea