Il Pakistan ha rimesso il conto...

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Mr.Pik
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Il Pakistan ha rimesso il conto...

#1 Messaggio da Mr.Pik »

I soccorsi a Walter Nones e Simon Kehrer, rimasti per undici giorni sulle pareti del Nanga Parbat dopo la morte del capo spedizione Karl Unterkircher, sono costati 48.594 dollari (circa 33.500 euro). Il soccorso pakistano, Ascari aviation limited, ha intestato e inviato la parcella all'ambasciata italiana di Islamabad, che però non intende pagare. Così il conto è stato girato ai due alpinisti professionisti, con il caldo invito a saldare le fatture al più presto. Facendo salire la protesta dei campioni dell'alpinismo contro Pakistan e Italia, accusate di scaricare sui superstiti il costo di una tragedia.
«Per noi è stata una sorpresa amara — si sfogano Walter e Simon — , non ci aspettavamo di dover pagare tanto per un soccorso che non avevamo neppure chiesto. Noi, dopo la morte del nostro compagno, avremmo potuto scendere con gli sci fino al campo base. Ci sentiamo cittadini di serie B, anche se noi stavamo tentando una vera impresa alpinistica: aprire una nuova via che portava onore al Paese.
marione
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#2 Messaggio da marione »

Ma alla fine Karl che ci ha rimesso le penne lo hanno lasciato lì ??... :cyclopsani: :cyclopsani: :cyclopsani:
libra
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#3 Messaggio da libra »

Bene bene...e noi poveri pirla ci facciamo carico delle spese di recupero, assistenza sanitaria vitto e alloggio di tutti i clandestini del globo.

azz...che fenomeni
Lele
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#4 Messaggio da Lele »

...farnesina senza vergogna!!...ma anche l'assicurazione senza vergogna!!

...ce ne vuole di stupidità per rifiutarsi di pagare 33.000 miseri euro in una situazione simile..


...e poi ne spendono 100.000 per organizzare il gala in onore della prima pisciata del cane della moglie del presidente...
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Beviamoci un caffè dolce compare, il nostro è un viaggio semplice e leggero
sarà altrettanto facile inciampare, succede a chi cammina e guarda il cielo.
Mr.Pik
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#5 Messaggio da Mr.Pik »

In questi ultimi tempi abbiamo assistito a molti incidenti della montagna causati da imperizia o da inosservanza delle regole o addirittura dall'ignorare volutamente previsioni metereologiche ampiamente pubblicizzate. Spesso i salvataggi sono stati effettuati mettendo in pericolo la vita di personale addetto e di volontari. E' giusto giocare così con la vita degli altri? E' giusto impegnare forze che sono a disposizione per eventi straordinari come la Protezione Civile, Pompieri o Soccorso Aereo per portare in salvo lo scalatore della domenica di turno? Forse bisognerebbe regolamentare queste attività ed obbligarli al rispetto delle norme di sicurezza e all'accompagnamento di guide autorizzate. In questi casi, io non vedrei affatto male l'obbligo di pagare le spese di recupero. Nel caso di Nones e Keher, l'affermazione che era per aprire una via che avrebbe portato onore al Paese mi sembra un po' stiracchiata, e nutro seri dubbi sul fatto che il contribuente debba pagare un conto così salato.
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Greeneyes
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#6 Messaggio da Greeneyes »

...io lo trovo giusto... non è possibile che questi "messner" improvvisati, debbano sempre mettersi in situazioni di pericolo...
Che inizino a spedire le fatture anche agli altri alpinisti che sono andati ad infognarsi, così i futuri ci pensano ben bene prima di intraprendere una scalata impegnativa!!!!
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Fino ai 4500 divertiti a fare puzza ...dopo scansati e senti il profumo del benza Immagine

Passare per idiota agli occhi di un imbecille, è una voluttà da raffinati buongustai!

Le moto sono come le donne... il risultato finale dipende solo da chi ci sta sopra!!! Immagine
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apsa
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#7 Messaggio da apsa »

Mr.Pik ha scritto:In questi ultimi tempi abbiamo assistito a molti incidenti della montagna causati da imperizia o da inosservanza delle regole o addirittura dall'ignorare volutamente previsioni metereologiche ampiamente pubblicizzate. Spesso i salvataggi sono stati effettuati mettendo in pericolo la vita di personale addetto e di volontari. E' giusto giocare così con la vita degli altri? E' giusto impegnare forze che sono a disposizione per eventi straordinari come la Protezione Civile, Pompieri o Soccorso Aereo per portare in salvo lo scalatore della domenica di turno? Forse bisognerebbe regolamentare queste attività ed obbligarli al rispetto delle norme di sicurezza e all'accompagnamento di guide autorizzate. In questi casi, io non vedrei affatto male l'obbligo di pagare le spese di recupero. Nel caso di Nones e Keher, l'affermazione che era per aprire una via che avrebbe portato onore al Paese mi sembra un po' stiracchiata, e nutro seri dubbi sul fatto che il contribuente debba pagare un conto così salato.

Condivido le tue opinioni, RaffaLelePik
Se un esploratore si avventura per "portare onore alla nazione", deve organizzarsi in modo tale da non mettere a repentaglio la vita di chi poi lo dovrà andare a soccorrere, a causa di sue errate previsioni.
A scuola andavo sempre benissimo.
Era al ritorno che spesso mi perdevo.


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#8 Messaggio da marione »

Mr.Pik ha scritto:In questi ultimi tempi abbiamo assistito a molti incidenti della montagna causati da imperizia o da inosservanza delle regole o addirittura dall'ignorare volutamente previsioni metereologiche ampiamente pubblicizzate. Spesso i salvataggi sono stati effettuati mettendo in pericolo la vita di personale addetto e di volontari. E' giusto giocare così con la vita degli altri? E' giusto impegnare forze che sono a disposizione per eventi straordinari come la Protezione Civile, Pompieri o Soccorso Aereo per portare in salvo lo scalatore della domenica di turno? Forse bisognerebbe regolamentare queste attività ed obbligarli al rispetto delle norme di sicurezza e all'accompagnamento di guide autorizzate. In questi casi, io non vedrei affatto male l'obbligo di pagare le spese di recupero. Nel caso di Nones e Keher, l'affermazione che era per aprire una via che avrebbe portato onore al Paese mi sembra un po' stiracchiata, e nutro seri dubbi sul fatto che il contribuente debba pagare un conto così salato.
Spero tu non stia parlando Nones Keher e Karl perchè non erano e non sono certo scalatori della domenica è gente che è nata per la montagna e che la ama ... qui ndi non vedo differenza per chi ama la montagna con chi ama il ciclismo e chi ama l'automobilismo...
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#9 Messaggio da Mr.Pik »

marione ha scritto:
Mr.Pik ha scritto:In questi ultimi tempi abbiamo assistito a molti incidenti della montagna causati da imperizia o da inosservanza delle regole o addirittura dall'ignorare volutamente previsioni metereologiche ampiamente pubblicizzate. Spesso i salvataggi sono stati effettuati mettendo in pericolo la vita di personale addetto e di volontari. E' giusto giocare così con la vita degli altri? E' giusto impegnare forze che sono a disposizione per eventi straordinari come la Protezione Civile, Pompieri o Soccorso Aereo per portare in salvo lo scalatore della domenica di turno? Forse bisognerebbe regolamentare queste attività ed obbligarli al rispetto delle norme di sicurezza e all'accompagnamento di guide autorizzate. In questi casi, io non vedrei affatto male l'obbligo di pagare le spese di recupero. Nel caso di Nones e Keher, l'affermazione che era per aprire una via che avrebbe portato onore al Paese mi sembra un po' stiracchiata, e nutro seri dubbi sul fatto che il contribuente debba pagare un conto così salato.
Spero tu non stia parlando Nones Keher e Karl perchè non erano e non sono certo scalatori della domenica è gente che è nata per la montagna e che la ama ... qui ndi non vedo differenza per chi ama la montagna con chi ama il ciclismo e chi ama l'automobilismo...
Lo so che non sono scalatori della domenica e difatti non mi riferivo a loro. Sono dei professionisti seri e presumo che abbiano uno sponsor il quale dovrebbe accollarsi oltre alle spese organizzative anche le spese straordinarie, senza gravare sul bilancio nazionale.
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apsa
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#10 Messaggio da apsa »

Non penso che Pik si riferisca a Nones e Keher, con l'epiteto di "scalatori della domenica". E' che spesso si é sentito, anche quest'estate, di episodi di alpinisti, rocciatori e sciatori che si sono scatafasciati giù da qualche ghiaione, croda, costone o ghiacciaio, costringendo le squadre di soccorso a interventi anche pericolosi per andare a raccattare vertebre, femori e frattaglie varie per tutto l'arco alpino e appenninico.

Ora, per la vicenda di Nones, Keher e del povero Unterkircher, mi chiedo: ma chi é allora che ha messo in moto i soccorsi ? Se non li hanno richiesti loro, chi é che li ha richiesti ?
Non é che si é trattato di una furbesca mossa pakistana, che sul supporto alle spedizioni d'alta quota ci sta racimolando un pò di soldi (e fanno bene) ?
A scuola andavo sempre benissimo.
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#11 Messaggio da marione »

apsa ha scritto:Non penso che Pik si riferisca a Nones e Keher, con l'epiteto di "scalatori della domenica". E' che spesso si é sentito, anche quest'estate, di episodi di alpinisti, rocciatori e sciatori che si sono scatafasciati giù da qualche ghiaione, croda, costone o ghiacciaio, costringendo le squadre di soccorso a interventi anche pericolosi per andare a raccattare vertebre, femori e frattaglie varie per tutto l'arco alpino e appenninico.

Ora, per la vicenda di Nones, Keher e del povero Unterkircher, mi chiedo: ma chi é allora che ha messo in moto i soccorsi ? Se non li hanno richiesti loro, chi é che li ha richiesti ?
Non é che si é trattato di una furbesca mossa pakistana, che sul supporto alle spedizioni d'alta quota ci sta racimolando un pò di soldi (e fanno bene) ?
Scusa ma da quando i soccorsi si richiedono ???.... poi Quoto che i Pakistani ci abbiano marciato.. Italy=money ..
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#12 Messaggio da libra »

Io invece non concordo affatto; la protezione civile ha il dovere di intervenire per salvare anche lo scalatore della domenica...il bagnante del mercoledì ed il motociclista del giovedì orario merenda.
E' un'istituzione costituita e mantenuta dallo stato per intervenire in soccorso di chi abbia bisogno e...non essendoci un divieto di scalare una montagna se non si è organizzati, essi hanno il diritto di essere salvati.
Diverso sarebbe il discorso, qualora l'intervento fosse necessario per salvare qualcuno che si reca in luoghi vietati dalla farnesina.
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#13 Messaggio da marione »

libra ha scritto:Io invece non concordo affatto; la protezione civile ha il dovere di intervenire per salvare anche lo scalatore della domenica...il bagnante del mercoledì ed il motociclista del giovedì orario merenda.
E' un'istituzione costituita e mantenuta dallo stato per intervenire in soccorso di chi abbia bisogno e...non essendoci un divieto di scalare una montagna se non si è organizzati, essi hanno il diritto di essere salvati.
Diverso sarebbe il discorso, qualora l'intervento fosse necessario per salvare qualcuno che si reca in luoghi vietati dalla farnesina.
Quoto... sei perfetto e preciso come un orologio Francese :flower: :flower:
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#14 Messaggio da Mr.Pik »

libra ha scritto:Io invece non concordo affatto; la protezione civile ha il dovere di intervenire per salvare anche lo scalatore della domenica...il bagnante del mercoledì ed il motociclista del giovedì orario merenda.
E' un'istituzione costituita e mantenuta dallo stato per intervenire in soccorso di chi abbia bisogno e...non essendoci un divieto di scalare una montagna se non si è organizzati, essi hanno il diritto di essere salvati.
Diverso sarebbe il discorso, qualora l'intervento fosse necessario per salvare qualcuno che si reca in luoghi vietati dalla farnesina.
Vabbe'.
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#15 Messaggio da Lele »

concordo anch'io con Libra...ma non conosco la convenzione che l'Italia ha con il Pakistan...non credo cioè che basti fare il modello E111 insomma.

Il Pakistan però i soccorsi li fa pagare, proprio per scongiurare che sulle sue montagne (che son 3 volte le nostre) si avventuri chiunque.

In questo caso specifico però, il fatto è che i soccorsi si sono mossi non su richiesta degli interessati, ma per un allarmismo mediatico creato dai media stessi!! Che c'hanno mangiato sopra su tutta la storia....io farei pagare loro

Dal Corriere:

MILANO — Alla fine del-l'estate nera dell'Himalaya, il Pakistan manda il conto (salato). I soccorsi a Walter Nones e Simon Kehrer, rimasti per undici giorni sulle pareti del Nanga Parbat dopo la morte del capo spedizione Karl Unterkircher, sono costati 48.594 dollari (circa 33.500 euro). Il soccorso pakistano, Ascari aviation limited, ha intestato e inviato la parcella all'ambasciata italiana di Islamabad, che però non intende pagare. Così il conto è stato girato ai due alpinisti professionisti, con il caldo invito a saldare le fatture al più presto. Facendo salire la protesta dei campioni dell'alpinismo contro Pakistan e Italia, accusate di scaricare sui superstiti il costo di una tragedia.

«Per noi è stata una sorpresa amara — si sfogano Walter e Simon — , non ci aspettavamo di dover pagare tanto per un soccorso che non avevamo neppure chiesto. Noi, dopo la morte del nostro compagno, avremmo potuto scendere con gli sci fino al campo base. Ci sentiamo cittadini di serie B, anche se noi stavamo tentando una vera impresa alpinistica: aprire una nuova via che portava onore al Paese. Un qualunque atleta o turista vittima di un incidente all'estero forse sarebbe stato considerato meglio». Ora che l'Himalaya è preso d'assalto dal turismo di massa e le spedizioni commerciali sono sempre più numerose (spesso con alpinisti inesperti, basti ricordare la tragedia del K2 con i suoi 13 morti e Marco Confortola salvo soltanto per le sue doti alpinistiche), i soccorsi pakistani sono sempre più impegnati. E il governo vuole rifarsi delle spese. Alle regole di assistenza si antepongono quelle del mercato, anche per fronteggiare l'invasione (e gli incidenti) degli scalatori poco preparati. La domanda su chi avrebbe pagato i voli degli elicotteri che nel luglio scorso hanno perlustrato la parete Rakhiot alla ricerca dei due alpinisti l'avevano già posta ad Agostino Da Polenza, che dalla sede bergamas ca del comitato Everest—K2—Cnr aveva organizzato i soccorsi dall'altra parte del mondo. La risposta, in quei giorni concitati, variava tra Farnesina e assicurazione. «La richiesta di soccorso è arrivata dal cuoco del campo base — dice ora Agostino Da Polenza — e adesso devono essere le assicurazioni a pagare». «Quando Agostino ha chiamato le nostre compagne per far autorizzare l'intervento degli elicotteri — precisano gli alpinisti — , Manuela e Marta hanno subito chiesto chi avrebbe pagato. A loro è stato detto di non preoccuparsi, che ci avrebbero pensato l'assicurazione e la Farnesina, che aveva stanziato dei soldi. E a noi è stata ripetuta la stessa cosa».

A fine spedizione, il 24 luglio scorso, a smorzare la polemica su chi avrebbe sborsato pacchi di dollari per quel soccorso molto gettonato dai media ci aveva pensato una nota della Farnesina: «Gli elicotteri non sono costati niente alle casse dello Stato perché le spedizioni sono assicurate». Peccato che l'assicurazione (austriaca) abbia puntato su una postilla pur di non pagare: in sostanza, la copertura non vale per una «prima assoluta». E la parete Rakhiot era, appunto, una prima assoluta. «Pensavamo comunque che i 6.000 dollari di cauzione pagati ai soccorsi pakistani prima della partenza fossero sufficienti per il nostro recupero», ammettono gli stessi Nones e Kehrer. Ora però il cerino in mano è rimasto a loro. Walter appuntato dei carabinieri, Simon falegname e guida alpina. «Pagheremo fino all'ultimo centesimo — dicono — . Qualche amico disinteressato ci aiuterà. Abbiamo deciso così per evitare ulteriori polemiche e per non essere additati come quelli che sono stati salvati con i soldi dei contribuenti italiani ». Forse l'assicurazione che copre le guide alpine risarcirà Kehrer di quindicimila euro. Ma Simon precisa: «Quei soldi andranno a Silke, la moglie di Karl. Accettare quei soldi sarebbe come ammettere di essere stati soccorsi, ma noi siamo solo stati recuperati». «Mi è sembrato — aggiunge Walter — che volessero a tutti i costi portarci a casa con gli elicotteri e alla fine abbiamo accettato il recupero su consiglio di Agostino, per accelerare i tempi. Per noi fare in fretta voleva dire tentare di portare a casa Karl. Invece ci attendeva una conferenza stampa via Skype».
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