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Commenti ?Libero, 8 marzo 2009 ha scritto:
Oggi a Roma apre il primo Centro Commerciale d’Italia interamente gestito da romeni. È anche questo «uno dei tanti modi per dimostrare che siamo gente onesta, che ha voglia di lavorare», ci tiene a precisare Giancarlo Germani, presidente del Partito dei Romeni in Italia. Il Centro Commerciale si trova sulla Circonvallazione Nomentana, nelle vicinanze della stazione Tiburtina, dove ogni giorno transitano oltre 25 mila romeni sia per il trasporto locale, sia perché è da qui che partono i collegamenti giornalieri con la Romania.
“La Strada”, questo il nome del Centro, suggerisce l’idea di una via romena molto nota (ogni singola città ne ha una): la Unirii, che simbolicamente rappresenta l’unione del Paese. Già, perché “La Strada” non è il solito Centro Commerciale, ma «vuole essere un’agorà da dove vengono ascoltate le voci di quelli che da anni vivono e lavorano onestamente in Italia».
Sono previste, per questo, attività socio-culturali: avranno luogo periodicamente manifestazioni romene, presentazione di libri, concerti e seminari sui diversi temi della cultura made in Bucarest.
In particolare, sono offerti spazi gratuiti alle associazioni romene invitate ad organizzare eventi importanti, soprattutto conferenze stampa per rendere noto all’opinione pubblica il bagaglio culturale di questi cittadini. «Abbiamo cercato di mettere insieme tutti i servizi di cui necessitano i 100 mila romeni di Roma, ma anche di rivolgerci agli intellettuali del nostro Paese (che non sono pochi), per creare un luogo di dibattito e confronto. A Roma, una realtà del genere ancora non esiste», sono le parole dei due gestori del Centro, Valentin Daeanu e Adrian Nichifor. Ed ecco che tra le undici sale spicca una libreria con testi e dvd esclusivamente romeni.
Anche se non lo si crede «noi siamo un popolo colto; ci piace molto leggere e siamo legati alla nostra lingua e alla nostra cultura».
E per formare le nuove generazioni un’aula adibita a scuola per i più piccoli: per apprendere l’italiano, ma anche per studiare la lingua madre. Molti bambini nati e cresciuti in Italia, infatti, non conoscono la lingua materna in quanto i loro genitori hanno scelto di insegnare la lingua italiana per integrarli più rapidamente nella società.
Tra le cose più “amene” si evidenzia, invece, una pasticceria con dolci tipici romeni, tra cui sembra di vedere il nostro babà, farcito di panna: per loro è il “Savarine”. La politica del Centro, però, non è vendere solo i “propri” prodotti.
Decisamente meno tipico, infatti, è il supermercato, dove in prevalenza sono venduti prodotti italiani perché «il cibo italiano è il migliore in assoluto», assicura Nichifor.
«Noi non vogliono fare discriminazioni», precisa Alexandrina Stan, responsabile del progetto.
Proprio oggi termina un’altra iniziativa del laborioso popolo romeno: la mostra che ha come tema la festa del “Martisor”, un piccolo oggetto che viene appeso ad un cordoncino fatto dall’intreccio di un filo bianco con uno rosso. Questa spilla si offre in Romania il 1 Marzo alla persona amata, alle donne e ai bambini.
Sono queste tutte iniziative che hanno lo scopo di far conoscere una piccola parte delle tradizioni e della cultura romena ai cittadini della capitale. «Anche se l’Italia non ci ama, noi amiamo gli italiani», dice Nichifor.