Clima nuovo, nuovi pesci. Chi si tuffa nel Mediterraneo com maschera e boccaglio quest'estate ha la possibilità di incontrare pesci pappagallo e pesci balestra, ma anche suggestivi pesci vela, come aguglie e aguglie imperiali. «Il riscaldamento del Mediterraneo, dovuto ai cambiamenti climatici, non comporta solo l'arrivo di specie straniere - spiega Franco Andaloro, direttore di ricerca dell'Icram (Istituto centrale per la ricerca scientifica e tecnologica applicata al mare) - ma anche la diffusione di pesci che già abitavano nel nostro mare, ma decisamente più a Sud, oltre all'esplosione in quantità di alcune specie prima più rare che di norma prediligono le acque calde, ma che negli ultimi anni stanno conquistando tutti i mari italiani».
Rispetto ad un anno fa le nuove specie superano le cento unità. Ecco quindi una sfilata di nuovi esemplari da osservare lungo le coste della penisola:
LIGURIA: la donzella pavonina, oggi presente anche in Liguria a discapito della donzella comune, mentre fino a qualche anno fa non superava la Campania;
TOSCANA: il pesce pappagallo, che in passato arrivava fino a Lampedusa, oggi si ritrova comunemente fino all'Arcipelago toscano; il pesce serra, una volta raro, ora è comune;
PUGLIA: il pesce balestra, prima poco comune nel Mediterraneo, oggi è così abbondante da insidiare persino gli allevamenti di mitili in Puglia;
TIRRENO: pesci vela mostrano un forte incremento in tutto il Mar Tirreno;
SICILIA, SARDEGNA, LAZIO: il barracuda mediterraneo, Sphyraena Viridensis, una volta rarissimo, oggi è diffuso tanto da essere una vera attrazione per i subacquei;
TIRRENO MERIDIONALE E IONIO: il caranx crysos, detto ricciola bastarda, che un tempo era presente occasionalmente nei mari dello Ionio e del Tirreno meridionale, oggi è comunissimo e si osserva prevalentemente sotto oggetti galleggianti alla deriva;
TIRRENO E CANALE SICILIA: aumento di pesci lepre, una una sorta di pesce palla mediterraneo.
